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DEDICATO A ROMOLO

MONA   E’ TE CHE STO GUARDANDO fu il mio ben arrivato all’Autoreparto Julia(°),  a Gemona del Friuli, a darmelo fu  LUI. Sembrava guardasse dietro di me e mentre io volgevo leggermente il capo, mi apostrofò con quell’espressione che mi avrebbe accompagnato fino a quel giorno nel quale lo trasferirono a Basiliano  alla vigilia  della  nomina a Maggiore. Strano a dirsi in una  figura che emanava rudezza, aveva lo strabismo di venere che lo rendeva popolare in tutto il Friuli degli anni settanta e successivi.  I giovani lo temevano più come un padre burbero piuttosto che  come un comandante. Ma era famoso anche per i suoi fischi da pecoraro  Vernasso, paese d’origine nel quale aveva  ancora la sua mamma, una maestra di scuola in pensione, lui stesso era diplomato alla scuola magistrale. La banda di Padovani e provincia che avevamo era notoriamente conosciuta come una gruppuscolo di border line. Questi bravi ragazzi spesso al rientro in caserma prima di parcheggiare i mezzi inscenavano

GLOBALIZZAZIONE, RECESSIONE, FORZE ARMATE

GLOBALIZZAZIONE, RECESSIONE , FORZE ARMATE. “La guerra è cosa troppo seria per affidarla ai militari”(*). Osservazione non del tutto priva di senso se inquadrata nel contesto nel quale viviamo. I crolli in borsa, i titoli in giostra come sulle montagne russe, apparentemente non intaccano il mondo militare il quale continua ad esercitare i propri compiti Istituzionali. GLI SCENARI La crisi nell’Area Irakena- Iraniana, malgrado gli sforzi degli Stati Uniti nella prima e quelli diplomatici, congiunti agli Europei, nella seconda, non danno segnali di soluzione. Non è da meno quella in Afghanistan, è da pochi giorni la notizia secondo la quale il Premier Karzai ha invitato i Talebani a sedere ad un tavolo di negoziati. A questa proposta si è riferito un commento sulla Missione da parte del Generale Inglese Rose ed alcuni settori della pubblica opinione Statunitense. In Medio Oriente le imminenti elezioni in Israele, riportano nella corsa elettorale il già primo ministro Netany

QUANDO IL CINEMA E' GALEOTTO

Quando il cinema è galeotto Solitariamente, oggi, mi ritrovo a fare zapping davanti alla TV, e così riconosco in quelle scene  Nuovo Cinema Paradiso. Mi ha sempre fatto fantasticare ma questa volta mi riporta a quando con le mie zie a Grumo o con un amico di famiglia, Onofrio, a Bari, andavo a cinema il sabato sera e la domenica pomeriggio.  Stavolta il ricordo si tinge di rosa per  quella  mia vecchia fiamma, la  figlia del capostazione della calabro lucana del mio paese natio. Il trasferimento a Bari dal paesello era stato così brusco almeno per me tanto che i miei , forse sentendosi in colpa,  mi concedevano, nei giorni di festa a scuola, di tornarci per  godere della compagnia  delle mie zie e dei nonni. Appena lì correvo da lei  della quale avevo preso una cotta  e timidamente  me l’ero tenuto per me. La sua era una famiglia che oggi con l’esperienza   definirei eletta, libera ed affettivamente affiatata. Abitava in un appartamento di servizio sulla stazione al primo piano de