RIMPIANTI
La poesia che in qualche modo mi rappresenta è sulla mia pagina di Fb.
Da bambino, tra i giochi ricorrenti, quello di mettere le sedie una dietro l'altra fingendo di essere in treno. Un altro dove salivo su di una di esse disponendo le altre in riga di fronte, sentendomi un direttore d'orchestra che dirigeva musicisti. Scrivevo sulle pareti delle case, una volta lo feci su quella a fianco la porta d'ingresso dei nonni paterni,. Causò un finimondo. spettegolai su quanto avevo sentito chiacchierare tra di loro ed i miei zii , con una mia personale versione. Quando mia madre fu ricoverata per molto tempo in un ospedale , in città, mio padre , ferroviere , personale viaggiante , mi affidava sia ai nonni materni quanto a casa dei suoi. Montare sulle biciclette, due , in particolare una di ciascun zio materno e paterno, era un'altra mia passione. Sembrava una birichinata ma oggigiorno uno psicologo dell'infanzia direbbe che serviva a superare la tensione dell'abbandono , quella che alcune volte mele faceva fare sotto con grande disappunto delle zie che dovevano cambiarmi e lavare i mie pani sporchi di merda. .Poi lo strappo da un paesello per una grande città. quello fu il colpo di grazia attuato a cavallo delle vacanze di Natale, dopo il compimento del mio ottavo anno di età. Così spezzai la terza elementare dopo il primo trimestre, per una scuola privata , dato che quella pubblica rifiutò di ammettermi alla continuazione della classe. Recuperai a malapena quanto poi mi era mancato, in quinta, a duro prezzo di doposcuola a carico dei miei per consentirmi di sostenere i doppi esami e l'ammissione alla scuola media. Il paesello però mi stava a cuore e spesso ci tornavo , in virtù delle facilitazioni concesse per mio padre ferroviere. Fu in uno di questi miei andata e ritorno che mi adentrai nella stazione delle ferrovie, Calabro lucane , conoscendo Cristina. Una dolce ragazzina coetanea con la quale stabilii un amicizia malgrado i due mastini rappresentati dai fratelli molto più grandi di lei, onnipresenti ai nostri giochi. Tranne quel giorno quando approfittando delle loro assenza volli dimostrare a quella che consideravo la mia ragazza di essere impavido senza calcolare che Cristina era la figlia del titolare della stazione di Grumo Appula. A mezzogiorno solamente un treno composto da più carrozze, del tipo a terrazzini, simili quelle dei film western , faceva manovra per lasciarne due o tre sul piazzale. . Quel giorno, mentre veniva eseguita la manovra , mi venne il guizzo di salire in corsa su uno di quei terrazzini, riuscendoci. Ricordo ancora le urla del padre della mia prediletta che conoscendo anche il mio minacciò di fare rapporto raccontandogli l'accaduto. Non lo fece ma il rimprovero fu talmente esemplare che decretò anche la fine della mia relazione. Poi il tempo , le circostanze e la mia vita mi convinsero che dovevo rimanere a Bari con la mia famiglia, nella quale c'era anche mio fratello , di sei anni più giovane. . Finché una sera di 9 anni fa , padre felice per la seconda volta , il film di Tornatore , la musica di Ennio Morricone , cinema Paradiso mi fecero ricordare di Cristina. mi venne in mente che il suo compleanno ,corrispondeva anche al giorno del suo onomastico e mi misi a cercarla su Facebook e la trovai. Cosa provai in quel momento fu indescrivibile , mi feci riconoscere e lei si ricordò , cominciammo a dialogare su Messenger, ci ricordammo della mia bravata e trascorremmo , dei momenti di sana conversazione. Ma la sorte era in agguato Cristina indirettamente mi face capire che era affetta da una grave malattia, di cosa si trattasse mai lo seppi ne tentai di domandarglielo. La mia incertezza rimase tale, fino a quando non leggendola più sul social mi misi a cercarla nuovamente. E fu così i che da un messaggio di una sua amica sul suo profilo compresi che era morta, seguito da altri di vicinanza alla sua famiglia. La quale vantava , tra i suoi fratelli, uno dei mastini, un alto magistrato poi divenuto sindaco del paese di residenza. MI venne in mente che cercai di contattarlo, presso il tribunale di Bari, per chiedere notizie di sua sorella , prima che la ritrovassi sul social.Probabilmente la mia bravata era passata così alla storia di famiglia che temevano ne facessi una di nuovo. Sono di nuovo libero dopo il secondo matrimonio in procinto di un ulteriore divorzio. Una sera da solo rivedendo il film di Tornatore cercai di trascriver i miei pensieri su Cristina, augurandole ancora una volta che la Sua anima goda di tutto quello che Le sia mancato nella vita passata.Tuo Riccardo , 13/07/2023 h 01,22
Da bambino, tra i giochi ricorrenti, quello di mettere le sedie una dietro l'altra fingendo di essere in treno. Un altro dove salivo su di una di esse disponendo le altre in riga di fronte, sentendomi un direttore d'orchestra che dirigeva musicisti. Scrivevo sulle pareti delle case, una volta lo feci su quella a fianco la porta d'ingresso dei nonni paterni,. Causò un finimondo. spettegolai su quanto avevo sentito chiacchierare tra di loro ed i miei zii , con una mia personale versione. Quando mia madre fu ricoverata per molto tempo in un ospedale , in città, mio padre , ferroviere , personale viaggiante , mi affidava sia ai nonni materni quanto a casa dei suoi. Montare sulle biciclette, due , in particolare una di ciascun zio materno e paterno, era un'altra mia passione. Sembrava una birichinata ma oggigiorno uno psicologo dell'infanzia direbbe che serviva a superare la tensione dell'abbandono , quella che alcune volte mele faceva fare sotto con grande disappunto delle zie che dovevano cambiarmi e lavare i mie pani sporchi di merda. .Poi lo strappo da un paesello per una grande città. quello fu il colpo di grazia attuato a cavallo delle vacanze di Natale, dopo il compimento del mio ottavo anno di età. Così spezzai la terza elementare dopo il primo trimestre, per una scuola privata , dato che quella pubblica rifiutò di ammettermi alla continuazione della classe. Recuperai a malapena quanto poi mi era mancato, in quinta, a duro prezzo di doposcuola a carico dei miei per consentirmi di sostenere i doppi esami e l'ammissione alla scuola media. Il paesello però mi stava a cuore e spesso ci tornavo , in virtù delle facilitazioni concesse per mio padre ferroviere. Fu in uno di questi miei andata e ritorno che mi adentrai nella stazione delle ferrovie, Calabro lucane , conoscendo Cristina. Una dolce ragazzina coetanea con la quale stabilii un amicizia malgrado i due mastini rappresentati dai fratelli molto più grandi di lei, onnipresenti ai nostri giochi. Tranne quel giorno quando approfittando delle loro assenza volli dimostrare a quella che consideravo la mia ragazza di essere impavido senza calcolare che Cristina era la figlia del titolare della stazione di Grumo Appula. A mezzogiorno solamente un treno composto da più carrozze, del tipo a terrazzini, simili quelle dei film western , faceva manovra per lasciarne due o tre sul piazzale. . Quel giorno, mentre veniva eseguita la manovra , mi venne il guizzo di salire in corsa su uno di quei terrazzini, riuscendoci. Ricordo ancora le urla del padre della mia prediletta che conoscendo anche il mio minacciò di fare rapporto raccontandogli l'accaduto. Non lo fece ma il rimprovero fu talmente esemplare che decretò anche la fine della mia relazione. Poi il tempo , le circostanze e la mia vita mi convinsero che dovevo rimanere a Bari con la mia famiglia, nella quale c'era anche mio fratello , di sei anni più giovane. . Finché una sera di 9 anni fa , padre felice per la seconda volta , il film di Tornatore , la musica di Ennio Morricone , cinema Paradiso mi fecero ricordare di Cristina. mi venne in mente che il suo compleanno ,corrispondeva anche al giorno del suo onomastico e mi misi a cercarla su Facebook e la trovai. Cosa provai in quel momento fu indescrivibile , mi feci riconoscere e lei si ricordò , cominciammo a dialogare su Messenger, ci ricordammo della mia bravata e trascorremmo , dei momenti di sana conversazione. Ma la sorte era in agguato Cristina indirettamente mi face capire che era affetta da una grave malattia, di cosa si trattasse mai lo seppi ne tentai di domandarglielo. La mia incertezza rimase tale, fino a quando non leggendola più sul social mi misi a cercarla nuovamente. E fu così i che da un messaggio di una sua amica sul suo profilo compresi che era morta, seguito da altri di vicinanza alla sua famiglia. La quale vantava , tra i suoi fratelli, uno dei mastini, un alto magistrato poi divenuto sindaco del paese di residenza. MI venne in mente che cercai di contattarlo, presso il tribunale di Bari, per chiedere notizie di sua sorella , prima che la ritrovassi sul social.Probabilmente la mia bravata era passata così alla storia di famiglia che temevano ne facessi una di nuovo. Sono di nuovo libero dopo il secondo matrimonio in procinto di un ulteriore divorzio. Una sera da solo rivedendo il film di Tornatore cercai di trascriver i miei pensieri su Cristina, augurandole ancora una volta che la Sua anima goda di tutto quello che Le sia mancato nella vita passata.Tuo Riccardo , 13/07/2023 h 01,22
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