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Visualizzazione dei post da gennaio 29, 2012

Ai giovani, sul posto fisso e mobilità

In fondo, hanno ragione, spesso si predica bene razzolando male, riferito a noi delle generazioni diversamente giovani e di mentalità. Un genitore che ha lavorato in un posto fisso, con un trattamento di fine rapporto, alla pensione, travasa le medesime ansie e speranze ai propri figli. E così al Nord d’Italia si aspira al lavoro in fabbrica, mentre a Sud, per tradizioni che risalgono a Federico II di Svevia, si opta per la sistemazione statale. Chiediamoci piuttosto se l’Italia è pronta ad affrontare questa sfida, quali sono le condizioni da creare per il salto di forma mentis. Personalmente reputo ci sia un’impreparazione ad accettare il cambiamento come esigenza di mercato. L’incertezza è tra l’incapacità di un sistema ad adeguarsi e la conflittualità interiore di ciascuno sobillata dagli esempi del quotidiano. Ci si illude di diventare qualcuno prendendo spunto da stereotipi, tendendo alla loro emulazione senza tener conto di capacità, determinazione e professionalità, delle qua