IL TRIONFO DI BANDIERA GIALLA

Ve la ricordate, o almeno ai miei coetanei, quelli del 68,  verrà loro in mente, ne fecero il titolo anche di una trasmissione radiofonica. Il suo autore cominciava  ad affermarsi, quando ai minorenni era permesso divertirsi dalle 17 alle 19, 30, intervallo nel quale ci si dimenava tra strilli, cotte per coetanee e balli del tipo Ge-ghe-Ge-ghe-ge  dell’arcinota Rita Pavone. Andavamo di moda anche le canzoni  dei Beatles e Rolling Stones e Celentano cantava svalutation. Imperversavano le discussioni con i nostri genitori, sulle libertà da concederci, Fonzie alla TV ma il sabato la ritirata rimaneva entro mezzanotte. Dopo  rimanevamo chiusi fuori, sia in estate che in inverno,  fino a quando  la mamma, di nascosto dal papà, ci apriva per mandarci direttamente a dormire squadrandoci tra l’amorevole e l’indagatrice. Cose inconcepibilmente da spiegare agli adolescenti di oggi che a quattordici anni perdono la verginità ed a 20 si reputano di essere già vissuti, come lo eravamo noi compiuti i quaranta. Che possiamo farci se dal Commodore 64, anni 80, oggi, i nostri figli o nipoti  giocano con lo smartphone e gli  immigrati  arrivano con cellulari made in China dai viaggi della speranza. Ricordo con sana invidia un collega, uno dei primi al quale avevano fatto frequentare il corso d’informatica il quale seppe far tesoro dell’opportunità, tanto da ingraziarsi  i superiori.  Qualche tempo dopo seppi che era stato scelto per quel corso, prima di essere trasferito da noi perché ritenuto un rompiballe dai suoi precedenti capi. Personalmente l’ho studiata quasi da autodidatta dal mio nuovo Mac pro, guardo mia figlia, sei anni, a destra con il mio vecchio MAC, che clicca su You tube, guardando Tina & Pippo review. Quanto siano mutate in cinquant’anni le condizioni di vita e le frequenze del tempo lascio a voi ogni tipo di immaginazione.  Nonostante  tutto questo tempo  il festival di Sanremo sopravvive. Lo andavamo a vedere nei bar o nelle famiglie  dove c’erano i primi televisori,  oggi invece ci accingiamo ad assistervi in ogni casa dove, generalmente, ce ne sono anche due.  Ben venga una pausa di questa campagna elettorale,  ufficialmente aperta ma sottintesa dal 4 dicembre del 2016. Che le chiacchiere con le quali stanno tentando di sbalordirci tutti i partiti e pseudo tali se ne stiano fuori dall'Ariston. Per quattro giorni sono sicuro che la maggioranza degli italiani vorrà disinteressarsi delle coalizioni, di questo, quel candidato o presunti tali. Speriamo che  Claudio Baglioni se ne faccia carico presentandoci uno spettacolo che possa veramente farci sognare. Confidiamo nei testi ma anche nelle musiche ed arrangiamenti per il relax di ognuno e che l’apoliticità sia di rigore anziché un opzional. Le canzoni si sà  che  dopo averle ascoltate almeno una volta ti entrano nelle orecchie e difficilmente riesci a scegliere tra tutte la più bella, spesso  il giudizio migliore è la popolarità che si guadagna il brano dopo il festival. Che le corolle e varietà di fiori simboli della città profumino allontanandole l’olezzo dei furbetti del cartellino. Quando la visitai fui entusiasta di quella passeggiata pedonale e ciclabile che da Est ad Ovest costeggia  la spiaggia. Di quel mare blu come il sangue reale,  al largo del quale si ammira quel naturale  presepe  costituito dalle colline prealpine sulle quali si estende la parte più alta della cittadina. L’augurio che spontaneamente mi viene dal profondo è che  il colore di quel vessillo, emblema dell’esuberanza della gioventù d’allora sia quest’anno quello nel quale, in questa occasione, possano trarre ispirazione anche i giovani d’oggi assistendo alla kermesse .

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