NEPOTISMO E FORZE ARMATE



Chi mai avrebbe pensato che un napoletano, il Generalissimo  Diaz,  raccogliendo  i resti di Caporetto avrebbe condotto i soldati  alla vittoria  con la resistenza  sul Piave. Quelli  della coscrizione obbligatoria  durata  fino al 2005 quando il Ministro Martino, popolo della libertà, chiese l’anticipo dell’applicazione della disposizione di legge che andò in vigore il 1 Luglio del medesimo anno, sospendendola. Per chi avesse vissuto il momento nello specifico, i giovani richiamati furono frettolosamente inviati in Licenza Illimitata Senza Assegni ovvero Congedati con modalità che  alcuni anziani dell’epoca definirono da 8 Settembre 1943. Le mamme smisero di essere in apprensione, ringraziando il sig ministro  ed il comitato contro la leva dal quale, qualche anno prima avevano ottenuto che i loro figli prestassero servizio a meno di cento chilometri da casa. Ma i papà di nascosto, dissentivano dalle loro  mogli poiché  a  loro toccava l’accompagnamento con l'auto in caserma. La scusa era il più delle volte la  scomodità di orari dei treni , autobus  per mascherare spesso l’ultimo bacio alle morose prima del rientro dai permessiPer quello che mi consta c’erano stati  abusi ed accanimenti nei confronti dei giovani da parte di alcuni superiori e di nonnismo tra di loro simile al bullismo di oggi nelle scuole e sul web.  Con le azioni di comando poste dai responsabili  le denunce fioccavano ed i tribunali di circoscrizione militare come quelli di Padova, Napoli, Torino e Roma funzionavano.  In compenso  aleggiava tra  coscritti anziani e reclute lo spirito cameratesco in cornice  di un confronto che paragonava tradizioni, formazione,  preceduto dalla prevenzione mediante   quei controlli medici che li preservavano , tra l’altro, da sorprese future sulla salute.  Ma la caduta del muro di Berlino nel 1989 ed  i cambiamenti di geopolitica e strategia  globale  hanno fatto da prodomo alla sospensione della coscrizione unitamente alla crisi generazionale. La  famiglia tradizionale che aveva resistito nei primi anni del dopoguerra fu  sostituita dalle pari opportunità per le donne, con diminuzione delle nascite persino  nel prolifico mezzogiorno d’Italia.  E’ da qualche anno che si rivisitano con nostalgia quei tempi caratterizzati dalla ricerca  di camerati e comandanti avvalendosi dei network più in voga. C’è da chiedersi quale delle due , che gli ex soldati siano giunti  alla  maturità  oppure  le mamme abbiano sotterrato lascia di guerra. Nulla di nuovo all’art.52 della Costituzione, che sancisce il sacro dovere del cittadino per la difesa della Patria e l’art 11 della Carta nel quale  si ripudia  la guerra come strumento per la risoluzione di controversie. Un rompicapo per pianificatori e politici ad inventarsi  strani missioni di pace dove si opera fianco a fianco con altri eserciti i quali danno il nome appropriato ad ogni cosa.  Tutta colpa del fascismo direbbe l’onorevole Fiano, promotore della legge omonima, personalmente sostengo che le vittorie siano celebrate mentre le sconfitte servano ad evitarne altre. Proibirne la divulgazione delle une e delle altre  può servire solo ai manipolatori di menti che pro domo propria sfruttano l’ignoranza della gente per  dominarla. Corsi e ricorsi storici l’errore fatto nel ventennio nascondendo le miserie della prima guerra venute alla luce via, via,  un secolo dopo, è stato ripetuto con il secondo conflitto mondiale. Sono rimasti velati le gesta degli eroi  ed i nomi di quei  Reparti distintisi per valore ed ai giovani è mancato quel qualcosa al quale ispirarsi durante il loro  servizio di leva. Qualcuno vorrebbe riguadagnare quel tempo ma  time goes bye  ed ignoro  quali effetti si ottengano rievocando questi fatti d’arme sui volontari. Mentre in vetta si parla di esercito europeo dopo che lo zio Sam ci ha detto di arrangiarci , una parte di cittadini auspicano la ripresa del servizio di leva. Mission Impossible per l’abbandono di caserme cedute ai comuni di residenza né basterebbe  la costruzione di baracche prefabbricate all’inglese facilmente ridislocabili o trasferibili a seguito del Reparto, dato che finanche i terremotati, dopo un anno, sono ancora senza le promesse case prefabbricate. Intanto la spending review segue inesorabilmente la sua strada e l taglia di qua e rabbercia di là, hanno ridotto il personale ad una cerchia ristretta se pur altamente specializzata. Regna incertezza  a tal punto che mi chiedo  se sia il caso di pensare  a qualcosa che ci unisca  aldifuori  di una  disgrazia e sciagure, quelle che ci fanno riscoprire soldati e spose. Eppure una certezza dovrebbe guidarci aldilà del nostro naso, quei mutamenti ai quali, in futuro , l’Italia difficilmente potrà sottrarsi. Pur attaccandosi ad una maggiore autonomia di  province e regioni, in nome della modifica di quel titolo V della Costituzione che taluni vogliono interpretare come un lasciapassare  alla secessione.  Che serva qualcosa a facilitare l’integrazione, nella loro diversità, ammesso che si riesca a limitare la cittadinanza   a quei sei milioni di neocittadini extracomunitari che lavorano regolarmente, scoraggiando ghetti ed apartheid. Se qualche politicante raccogliesse il testimone potrebbe agire in forza del principio secondo il quale  i Soldati sono il braccio armato della politica estera di un Paese. Oppure si lascino le  cose come stanno, in barba alle oltre  seicentomila vittime tra militari e civili della I guerra  mondiale, tra Nord, Centro e Sud Italia.  Dal mio canto, in questa giornata rievoco la memoria dei miei due nonni, pugliesi, cavalieri di Vittori Veneto. Essi combatterono l’uno a Fagarè della battaglia e l’altro per la conquista di Gorizia, per l’Unità di un’Italia.

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