Ponte S.Martino, dici che tenga.





In effetti la calca che Sabato pomeriggio  lo affollava dava la stura a battute  di  comicità con riferimento a precedenti realmente accaduti. Ma gli alpini non hanno paura recita una vecchia canzone delle penne nere e così la fiumana è passata.  Ritrovarsi, essere cercati da ex ragazzi sono tra le migliori soddisfazioni che possono capitare a ufficiali e sottufficiali in congedo.  Ridere sentendosi rinfacciare  questa o quella punizione comminata  loro per vari motivi e sentirsi dire  che una volta te l’hanno fatta sotto il naso malgrado avessi la nomea di terribile.  Così è stato per il sottoscritto che deve ringraziare la sezione di Pordenone 3  ed il gruppo di Maniago, tra le file della quale ci sono miei ex e Maurizio, amico di questa adunata. Il quale corista della corale fondata dal suo gruppo mi ha invitato ad ascoltarne le canzoni più belle del repertorio, in concomitanza di un'altra , quella di Cologna Veneta,  in un posto che mai avrei conosciuto se non in questa occasione, l'Istituto delle Canossiane. Cari alpini allegri, scherzosi  per poi, al momento del bisogno, silenziosi e laboriosi. Belli perché si sono dati una uniforme ed insieme sembrano tutti fratelli alla faccia di coloro che predicano il pacifismo fine a se stesso


Uomini di pace che all’occorrenza sanno anche lottare e combattere per la difesa dei principi che regolano la loro organizzazione, Patria , famiglia e ambiente. Sfilare tra due ali di folla che applaudono è un’emozione che ti rimane  nell’anima per moltissimo tempo in quanto ad ogni angolo, dai balconi la gente ti invoca e urla viva gli alpini. Il gruppo di Possagno  che ci ha ospitato, a me e Maurizio   grazie all’antica amicizia e cameratismo che ci lega con Gianantonio  consumando rancio e caffè  con un reduce di Russia. Treviso non potrà dimenticare e nemmeno il sottoscritto che dopo quasi quattordici anni  da cittadino è ritornato suo ospite  per sfilare e vivere in prima persona l’adunata, camminando da sud a nord per la città, come mai  prima  gli fosse capitato.  Due parole  di elogio per l’organizzazione della cittadina e per coloro che ne hanno curato  i particolari. Mi è capitato di telefonare per informazioni al numero 0422234023, dapprima occupato, successivamente mi hanno richiamato e la cosa mi ha assai meravigliato per l’efficienza del servizio. Idem devo dire delle navette e precisione degli autisti alla conduzione dei  voluminosi ed affollati bus che  hanno trasportato alpini ed alpine di ogni età da un capo all'altro della città. Una sola nota stonata quella brutta impressione che mi ha fatto la stazione centrale, alle 23, circa,  per un assembramento che originariamente aveva l’intenzione di dividere i viaggiatori per destinazione  ed invece per volume e inquadramento   sembrava tratto dalle scene di  uno dei  film  dove mancavano solo le SS che le spingessero sui carri bestiame diretti  ai lager. Tra l’altro ho sentito dire di forti ritardi e di persone che per compiere tratte di poco chilometri hanno passato la notte in viaggio o addirittura non sono riuscito con il biglietto già pagato a salire sui vagoni. Mentre l’antico ponte ottocentesco quello dell’omonima chiesetta rotonda ha resistito così come ogni cittadino che coraggiosamente ha voluto assistere o partecipare alla grande festa. Peccato per quelle finestre e balconi chiusi, notati lungo il tragitto dello sfilamento,  se fossero abitati, i loro inquilini si sono persi  l’unicità e suggestività di uno  spettacolo,  a cielo aperto, difficilmente ripetibile.
vIVA gli alpini. Viva Treviso.

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