FEMMINISMO SE NE VALGA ANCORA LA PENA

Come ogni anno anche questo la celebreremo come fosse rarità con fasci di mimose da sballo. Useremo gentilezze  riscoprendo  la  cavalleria, attenti a scendere le scale prima di loro, a seguirle nelle salita, porgere la mano quando loro ce la stendono, cedendo il passo al ristorante, al cinema ed in chiesa. Sapete che la prima donna laureata al mondo fu una veneta, Laura Cornaro nel 1646. Chissà quante  ne avrà sofferte,  perché da allora nonostante siano state tenute a freno da una falsità  chiamata morale, le signore e signorine  hanno  raggiunto traguardi ed in alcuni casi, superato quelli che usualmente furono di dominio dei signori. Le ho viste, donne soldatesse in Irak orgogliosamente in piedi sulla ralla del mezzo da combattimento, con sguardo fiero, le mani saldamente inguantate sulla mitragliatrice a  pattugliare Nasserya e la provincia di Dhy Qar. Le combattenti curde che si ammazzano pur di non cadere nelle mani dei miliziani del Daesh. Mi piace sfatare luoghi comuni come ad esempio quella capitatami durante il mio soggiorno in un Paese a credo mussulmano.  Al momento di pagare fitto e spese varie al mio ospite mi  sorprendeva  come il marito cercasse consenso ed approvazione   dagli occhi di sua moglie.  E che dire di una famiglia, poi emigrata in Canada, con la quale ancor oggi, intrattengo rapporti epistolari.  Monogami  con tre figli , l’ultimo avuto nella Nazione che attualmente li ospita aggiuntosi  alle  altre due figlie, conosciute  ancora bambine. Divorziato, scaricato da una donna a mia volta ne ho abbandonato,  sono stato amato ed ho amato a senso unico, senza contraccambiare o esserlo. Una donna sa quando può ed allora si dà oppure conosce infinitamente i mezzi per eclissarsi senza concedersi, a meno che le si usi violenza. Malvagità, risultanza di gelosie che un tempo venivano confuse per amore, sono realtà frutto di miseria e d’impotenza nell’intellettualità. Coloro che tra noi maschietti dicono di conoscerne a fondo segreti, se credenti dovrebbero andare a confessarsi oppure alla neuro. La femminilità raggiunge il suo apice nella maternità, purtroppo è notizia di oggi  che l’ Italia è a crescita zero da un pezzo. Le nascite avvengono mediamente da donne Nazionali  dopo i trentacinque anni e padri intorno ai quaranta. Le coppie più giovani risultano i genitori composti da immigrati mentre il resto della popolazione  sta invecchiando. Qualcuno lo attribuisce all’emancipazione della femmina occidentale europea, altri alle pari opportunità, taluni alla crisi economica. Le più coraggiose siano  operaie, poliziotte, impiegate, imprenditrici o libere professioniste, ricoprono contemporaneamente anche il primitivo ruolo di madre e moglie, riuscendoci il più delle volte. Soltanto da poco ed a stento cominciamo a favorire asili nido, formazione degli assistenti per l’infanzia, welfare per le famiglie e pari opportunità tra moglie e  marito o compagno. Questi in futuro se da un lato sarà alleggerito dalle responsabilità di capofamiglia ormai in condivisione, gli rimarrà principalmente  quella di  fecondatore, magari con  un colpo e via. L’emancipazione delle femmine, la loro consapevolezza sia nella leggerezza dell’essere quanto lo scanno  sul quale sono assurte  nella scala sociale aumenteranno le loro esigenze  di ogni natura. Il futuro è difficilmente da prevedere  in un mondo dove i giovani maschi temono la precocità delle coetanee. Verosimilmente  educazione, formazione sia familiare che extra potranno sfatare quella nota pubblicità di un profumo nel quale si drammatizza dell’uomo che non deve chiedere mai. Un problema in più per la politica e la società le quali dovranno farsi farsi carico di esso. Ce li impone  il passaggio o l’integrazione di provenienti dall’Africa, Medio Oriente, Asia ed America Latina, posti dove  si continua a generare figli anche se in costanza di esodo. La donna resta l’ago della bilancia in questi come in tutti quei casi che coinvolgono famiglia, società e lavoro. Da essa dipende sia la pace che la guerra, potrebbe persino spingersi nel salvataggio del mondo dall’autodistruzione. Non c’è più bisogno che riempiano le piazze  urlando e congiungendo indice e pollice delle due mani nell’eloquenza di un simbolo universalmente riconosciuto per farsi capire.Tremiamo noi maschi perché la rivoluzione al femminile è iniziata ed i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti. 

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