EUROPA SI O NO( con o senza Germania)
Qualcuno si ricorderà forse quella frase pronunciata sulla porta Brandeburgo dal presidente Kennedy, Ich bin berliner, essa piacque tanto e mi venne in mente quando, negli anni ottanta, insieme ad un gruppo di colleghi, per servizio, fummo ospiti delle Unità Inglesi a presidio del settore loro assegnato in Germania Ovest. Pensate, una famiglia o più componenti di essi dovevano fare un giro distante più di cento chilometri lungo il muro per incontrarsi e riabbracciarsi, pur abitando, in linea d’aria a meno di due. Ed in un altro posto, dove, un’intero battaglione di Vopos , polizia e guardie di frontiera dell’Est , con alla testa il comandante, si era arresa alle Forze Alleate chiedendo asilo politico. Durante quel viaggio avevo notato come le cittadine tedesche tra le quali Hamelin e quella di stanza della guarnigione, Oberkirken, erano state ricostruite fedelmente e nel medesimo stile di prima della guerra. E sì perché in bella mostra e protette dalle intemperie, tutto questo si poteva apprezzare con fotografie, del prima e dopo i bombardamenti, quasi orgogliosamente a significare la risurrezione e le volontà di un popolo a dimenticarne il passato. Una sensazione analoga la ebbi quando, successivamente, poco meno di dieci anno dopo ci ritornai, per servizio, visitando Francoforte , Dusseldorf e Norimberga. Oggi questa Nazione viene chiamata la locomotiva dell’Europa alla quale stà verosimilmente scomodo che Francia ed Regno Unito siedano ancora quali membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Le fanno ricordare di far parte dei vinti del secondo conflitto mondiale, quando i Grandi si divisero il Mondo dopo il congresso di Yalta. Noi Italia, fu Churchill che ci salvò dalle mire dell’URSS e pur rimanendo nel giro, quel posto tra i sette Paesi più industrializzati del Mondo, per tanti anni, ce lo siamo veramente sudato. Oggi con gli altri Paesi che compongono l’Europa meno la Gran Bretagna in procinto di uscirne , siamo divisi su varie questioni prima fra tutte quella dell’accoglienza degli immigrati e profughi, quasi ad ignorare l’intendimento dei fondatori ed ideatori dell’Unione, sottoscrittori del trattato di Roma del 25 Marzo 1951(*). Anche allora gli accordi si basarono principalmente su questioni economiche sulla scia delle quali sono state commesse delle leggerezze nella conversione delle monete Nazionali in euro. Tant’è che più di una Nazione dell’EU l’ha ignorato, prima fra tutte il Regno Unito. Il vivere all’ombra della NATO, per tanto tempo e principalmente di quello degli USA, ci ha impedito fattivamente di fondare una Difesa Comune. Fin a qualche mese fà nel linguaggio, si osava dire ,abitualmente, ci pensa lo zio SAM . E tra l’allegria dei Berlinesi ed i costi ripartiti tra tutte le Nazioni d’Europa dell’era Khol, il muro nel 1989 è caduto. Avvenimento che con il cambio di regime e rottura dell’URSS , la Russia aveva salutato confidando nell’alleggerimento dell’Alleanza contrapposta. Macché anzi c’è stato l’allargamento ad Est in aggiunta alla contemporanea annessione all’Alleanza Atlantica tanto da suscitare la permalosità dell’Orso Russo sentitosi minacciato nelle sue steppe. Questi insieme a quelli dell’immigrazione di massa sono le origini dei problemi i quali oggi emergono come funghi dopo una pioggia nel bosco. I medesimi che probabilmente potrebbero far crollare come un castello di carta tutto il lavoro compiuto in sessant’anni. Personalmente e mi conforta anche l’opinione di un grande di Francia come Giscard d’Estaing, il quale asserisce che l’’EU abbia voluto troppo rapidamente tagliare traguardi, i quali, invece andavano centellinati, per meglio aderire alle intenzioni dei padri fondatori. E’ subentrato il timore di perdere la propria identità e sovranità non consentendo il decollo, tanto meno scongiurare nuove guerre tra poveri. A questo si aggiunga probabilmente una gelosia verso la Germania per la Sua tendenza ad essere leader, avvalorata dall’evidenza che è stata l’unica ad avvantaggiarsi della conversione del marco in euro. Intanto la Gran Bretagna, rischiando la Scozia ed un default, stà uscendo, facendo perdere un pezzo. Alla luce di queste riflessioni viene spontaneamente da chiedersi se la memoria della riunificazione di Bonn e Berlino possa essere tramandata non solo come una vittoria dei cari amici tedeschi ma di tutta l’Europa che, nel 1989, ha contribuito avvenisse e che l’ha sofferta.. Inoltre potrà il nemico comune, ovvero il terrorismo, agire come collante contribuendo a ritrovare quella coesione necessaria ad agire senza far di tutta un’erba un fascio. Tale affermazione suffragata dall’evidenza dei pericoli costituiti dall’ignoranza e paura, lacune ed emozioni sui quali, secondo la Storia, Hitler e Goebbels agirono per aizzare oltre che promuovere la Shoa e l’odio razziale.
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errata 1951; corrige 1957
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errata 1951; corrige 1957
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