SATIRA & POLITICA

Ridere fa buon sangue è medicalmente  ed aforisticamente accertato, la comicità concorre a questo. Alcuni storici ci raccontano che anche al tempo del fascismo sebbene velatamente e sotto osservazione del MINCULPOP (  ministero della cultura popolare)  c’era una rappresentazione comica del regime, soprattutto nei cabaret, locali alla moda dell’epoca dove primeggiavano  personaggi  quali ad esempio,  un certo Petrolini, celebre la parodia del caso Girolimoni. Non a caso le compagnie di avanspettacolo nel dopoguerra ed in quelli successivi,  prima che la TV si diffondesse,  erano seguite richiamando spettatori. In genere tra i più semplici i quali, nei sabato sera o domenica pomeriggio cercavano di staccare la spina per qualche ora dal quotidiano, sia  passato che di quello futuro con le sue incognite. Signorine formose  e comici,  solcando teatri di periferia, Ambra Jovinelli di turno, cercavano di contribuire al buon umore con gag e sketch tra i quali non di rado la satira sui governanti o sull’esasperazione dei difetti  dell’italiano medio. Soggetti  e palinsesti  ripresi più avanti da attori come il grande Alberto Sordi, imitatori come Alighiero Noschese. Oggi invece i comici si sono maggiormente attrezzati  diventando a loro volta portavoce del popolo rafforzati dalla Televisione e dal digitale terrestre. Non a caso, Beppe Grillo è  il cofondatore di un  Movimento,  quando ormai la sua carriera sembrava fosse al termine dopo l’esclusione dalle reti televisive di maggior prestigio. Genovese come Lui, Maurizio Crozza, non si è arrogato alcun ruolo ma ha ripreso l’eredità di vecchie glorie sfruttando il talento di istrione per proporci parodie ed imitazioni dei più popolari personaggi pubblici. Potrei citarne alcuni, dell’ultimo ventennio tra i quali Berlusconi,  Napolitano e Renzi. Questi ultimi indiziati di protagonismo sui quali è stato ricamato tanto quanto basta per incorniciare ludicamente  ed oserei dire anche politicamente l’audience sulla campagna referendaria fino  alla crisi di governo in atto. Bene o male purché se ne parli è il motto della pubblicità così come  se non mostri non vendi  e potremmo andare avanti chissà per quanto tempo. Questi personaggi dello spettacolo hanno un merito che sicuramente ciascuno riconoscerà loro, quello  di riavvicinare alla politica una parte del popolo italiano. In particolare il Movimento  di Grillo  cavalca a tutt’oggi una protesta convogliata sui binari della legalità piuttosto che su quelli di altro genere. Un pò quello che la Lega Lombarda di memoria Bossiana ha condotto nella prima e seconda metà degli anni novanta, sebbene alcune inchieste in corso ci hanno dimostrato che sotto l’abito di jeaccuse di un risuscitato Saint Just c’è una pelle umana.  Ma tornando al lato artistico, aldilà delle battute  e imitazioni dei personaggi  presi di mira , sono i difetti quelli che poi suscitano l’ilarità e quindi la pubblicità ai medesimi. Diciamo che la televisione e con essa il social network oggi hanno sostituito nettamente la grafica ed il vignettismo. Quanto precede invita riflessivamente a chiedersi, uno,  se siamo veramente  un Paese democratico dove è addirittura  consentito prendere in giro chi ci governa. Due, i perché ci  propongono al governo personaggi con tali difetti tanto da essere motivo di commedie tipo  Feidau, dapprima esaltandoli per poi finire ad uno squallido usa e getta e riproporceli dimissionari. Forse  perché la nostra democrazia  sia talmente democratica, scusate la ripetizione, oppure in grazia di quel bicameralismo perfetto scaturito verosimilmente dalle paure di una guerra e di una dittatura. Sapete mi verrebbe voglia di consigliare a chi oggi volesse provarci nella res pubblica di fare partnership con un attore, attrice, sempre che la cosa gli o le  riesca in facilità. Delegando alle arti varie l’onere di critica  visto che si invoca ad alta voce di esautorare le segreterie di partito dalle ingerenza  con il voto del popolo, semprechè una legge elettorale ne esalti il significato. C’è della tragicomicità nel destino di un Paese come il nostro, il Quale, indubbiamente sull’onda di queste vicende dà motivi di successo a guitti dall’incontestabilità del talento. In quanto alla governabilità ed a tutto quello che  ne  consegue e concorre, quando cala la tela, ritornando al quotidiano, dietro le quinte, scopre delle debolezze che trasformano in amarezza persino le più grasse delle risate.

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