LETTERA A BABBO NATALE ed IL MURO DI GOMMA

Caro Saint Claus, 
sai bene perché ti scrivo, conosci ogni minimo segreto di noi comuni mortali  sin da quando emettiamo il primo vagito ed il sottoscritto, per Te, non fà eccezione. E’ verità, se mi lamentassi sarei ingrato verso la buona sorte che mi ha protetto fin adesso, al punto in cui sono, posso affermare che le devo anche questa inaspettata paternità che illumina la mia esistenza. Ma non sono state , certamente, tutto rose e fiori  fin ora, i miei errori li riconosco tutti ai quali, poi, hanno fatto da cornice carriera ed amori, i quali, usualmente, concorrono a  vincere la monotonia della vita di una persona. Veniamo ai desideri personali , prima di tutto avrei piacere che tu mi portassi un pacco dono con una dose di buona salute abbastanza da consentirmi di dare fiducia e sicurezza  a chi mi vive accanto ed a quella gioia di Eleonora, mia figlia.  L’anno scorso avevo avuto l’idea di sfruttare il mio senso d’altruismo dandomi alla politica. I risultati non sono stati all’altezza delle aspettative senza conoscere preventivamente i personaggi di ventura , dai quali, fortunatamente , prima del fiasco, sono riuscito a smarcarmi. Memore di tale esperienza avrei piacere tu mi facessi contattare persone con le quali intrattenere rapporti su basi di lealtà ed onestà per una collaborazione che sia anche di  volontariato. Al tre un pacco dono entro il quale ci sia la normalizzazione della situazione relativa alla mia famiglia allargata , per una serena e pacifica convivenza, priva di motivi d’interesse. Infine parla con il Padre e confermaGli l’analisi del Paese per il quale indosserei ancora quell’uniforme con la quale sono andato in capo al mondo a rappresentarne il tricolore senza infamia. Affinchè, per il Santo Natale, mandi  tanta consolazione per tutti coloro che esprimendo il dissenso al governo dimissionario oggi, soffrono la delusione del procrastinare la data di nuove  elezioni. Per tutti quelli che come me hanno creduto nel cambiamento, un pacco pieno di pazienza quanto basta a sopportare questo status quo il quale, ancorché previsto, oggi più di allora, fa pensare ad un’occasione mancata piuttosto che ad una sconfitta del sistema, il quale rimane, purtroppo, quello di sempre. 
Tuo affezionatissimo

Riccardo

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