LA VITTORIA DI PIRRO

La personalizzazione sfacciatamente sbandierata inizialmente  ha viziato la campagna e l’approccio al voto degli Italiani.  Il plebiscito che ha scatenato rende merito a tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito ed ai quali lecitamente adesso si richiede di agire per bilanciare  i contraccolpi che questo risultato darà ai mercati. Và da sé che i ricchi rimarranno tali ed i poveri ugualmente qualunque fosse stato il verdetto della votazione, personalmente non escludo che in futuro si ritornerà ma ce ne vorrà del tempo. Si perché al momento, a mio avviso,  non c’è nessuno che,  tra tutto il fronte trasversale posto in atto per il NO,  abbia  la leadership che coaguli i suoi fautori in una nuova coalizione di governo dopo libere elezioni.  Ovvero una nuova campagna elettorale a chi urla più forte vantandosi di essere stato realmente il fautore della cacciata di Renzi da palazzo Chigi. Perché questo sarà il leit motiv  in quanto alle promesse, spero che intelligentemente qualcuno si astenga da farne in quanto non c’è trippa per gatti in dispensa. Tutto da rifare ed in ritardo rispetto alla frequenza dei tempi in cui viaggia l’economia e geopolitica mondiale. Nel frattempo gli investitori esteri potrebbero cambiare area per le loro rimesse monetarie, l’immigrazione non potendo, Noi, innalzare un muro sulle profondità del  Mediterraneo, continuerà ad affaciarsi, la Comunità Europea si arroccherà nell’attendismo. Fortunatamente l’Austria ha indicato un moderato alla Presidenza che quantunque abbia lo stesso peso di arbitraggio del Nostro Capo dello Stato  almeno offre maggiormente delle garanzie. Questo non significa che possiamo riversare sul governo di Vienna il surplus di emigrati.  Potremmo essere respinti con perdita ed a ragione veduta in quanto la sovranità degli Stati quella che a più di uno dei detrattori del Presidente del Consiglio, in carica, è servito per paventarne  la sottrazione della Nostra, ha ancora la sua precedenza. E che dire della disoccupazione, sulla quale ci sarebbe da riaprire una discussione,  soprattutto con i sindacati che hanno cavalcato la protesta così bene da sperare che abbiano in tasca delle proposte per il rimedio. Tra le altre esigenze,  il capitolo della sicurezza nelle città sia metropolitane che di provincia ,  dove si è riacutizzata la piccola delinquenza e serpeggia quella delle mafie in agguato per ogni iniziativa dove sono previste risorse di denaro.  La voglia di coscrizione   affinché si riprenda il servizio militare, magari sotto forma di ferma breve istituendo  una specie di guardia nazionale da ausilio alle Forze dell’Ordine, potrebbe languire in qualche cassetto generando un enpasse che agevolerebbe pericolosamente la malavita.  La messa in sicurezza ed i cantieri relativi per sopperire alla sismicità del territorio, che futuro  potrebbe avere in una crisi di governo della quale si conosce l’inizio  e  disconosce  la fine,  imprevedibilmente  calcolabile. I conflitti tra Stato e Regioni continueranno ad affollare la Corte Costituzionale dando motivi a quest’ultima per l’intasamento, generando arresti nelle iniziative che conseguentemente potrebbero riversarsi sul privato sia industriale, commerciale e terziario. Turismo e cultura dove le sinergie sono state rese più scorrevoli che in altri tempi, subiranno uno stop  fino a definizione della governance e si perché scopa nuova, scopa meglio. Tra le emergenze Nazionali c’è l’invecchiamento della popolazione che potrebbe mettere in crisi la Sanità o mettere stranezze in criminal minds  come a Saronno.  Ciascuno di noi vive in città  tra le quali è stata fatta una scala di valori  i quali non sempre rispettano i desiderata di ciascuno dei cittadini che dimorano perché a fronte delle persone che rispettano il prossimo ci sono quelle che pensano solo a se se medesimi. Dulcis  in fundo i giovani, dai 18 ai trenta, la maggioranza dei quali ha votato NO alla riforma . A loro sarà affidata questa Italia che alcuni come me hanno difeso per molti anni della loro vita  giurando di difendere la costituzione e confidando nella buona fede dei politici eletti per la formulazione e promulgazione di  leggi e regole che ad essa si ispirino. Quei medesimi che rifugiandosi nel bicameralismo perfetto talvolta, unicità di stranezza al mondo, tra i quali, molti,  nel fronte del NO, gliene attribuiscono colpe per i ritardi o l’approssimazione delle delibere. Un successivo confronto, permanendo l’attualità della situazione potrebbe non essere più risolvibile democraticamente. Alla luce di tutto questo, non vi pare che  questa vittoria sia come quella del Re dell’Epiro( moderna Albania ), per distruggere un uomo solo , forse, abbiamo perso un’occasione per cambiare l’Italia.

Commenti

La riforma andava fatta, hai ragione per quanto scrivi ma, non era possibile che noi si fosse governati da un grande, grandissimo venditore di auto usate (Renzi)e da personaggi come De Luca, Alfano Boschi ecc.Quello che io non perdonerò mai a Renzi è di avere, nominalmente, i numeri e le capacità di averci potuto portare a un governo finalmente stabile e di aver invece, a causa della sua enorme presunzione e spocchieria, averci messo ora, in una posizione peggiore e, qui hai ragione da vendere, di quando eravamo con l'ultimo Berlusconi e quindi ingovernati! Renzi è come quei fuoriclasse che, a causa della troppa presunzione valgono molto meno di un gregario umile e determinato. Ora sono casini è vero ma, ripeto quei personaggetti...dell'accolita Renziana, non potevamo e, non li abbiamo fatti governare. Viva l'Italia

Post popolari in questo blog

Come diventeremmo se l’euro non bastasse

DEDICATO A ROMOLO