DOV'E' L'ITALIANO

Quello del contingente comandato dal Generale Angioni, dopo la strage di Shabra e Chatila, in Libano nel lontano 1982.  Oggi siamo diventati come gli Statunitensi dopo la guerra nel Vietnam, bersaglio di predatori, sedicenti fondamentalisti mussulmani e quant’altro rappresenta la moderna pirateria o delinquenza  con etichetta dei media sia d’internazionalità che di qualità. Questa volta è toccato a nove di noi, dei quali sei donne, una in stato di gravidanza, impegnati per vari motivi di lavoro nel Bangladesh. Leggere le loro storie, commuove, prendiamone atto, i tempi sono mutati, da grandi negoziatori, siamo passati a raccoglitori di proiettili e carne da macello. Dopo una carriera svolta per tre quarti in missioni ed esercitazioni all’estero, qualche giorno dopo aver lasciato il servizio attivo, attraverso un analisi  (http://rdiasparro.blogspot.it/2011/06/globalizzazione-recessione-forze-armate.html)ebbi a dire che saremmo arrivati al punto di dover gestire la sicurezza dei Connazionali, particolarmente quelli che per lavoro o missione sono costretti ad operare nei  Paesi,  così detti,  a rischio della sicurezza. Questa parola che sà di astratto e concretezza al tempo stesso, a seconda dei casi può essere interpretata nella sua ampiezza e limitazione, divenendo insignificante e quindi devoluta al singolo oppure d’importanza tale da essere a carico di chi compete. Quale potrebbe essere  il modus operandi, per porre in pratica limitandone i rischi per le persone, è cosa che lascio progettare a coloro  che di questi problemi fanno una loro professione. Personalmente ritengo che non è più ora di improvvisazione, ogni iniziativa e progetto il quale interessi Aree e Regioni mondiali nelle quali ci sono timori che la vita o infrastrutture che ne possano compromettere quella di una Comunità, non possano essere affidate alla casualità. In questo il Dicastero Affari Esteri,  ha pubblicato  un sito dove ci sono le informazioni per coloro che desiderano  effettuare turismo, altro è invece andare a lavorare in quei Paesi. In quelli dove il lavoro spesso in nero, viene svolto da donne e bambini ingaggiati per risparmiare sui costi di alcune tra le più importanti firme. A tale proposito mi sorge spontaneamente la domanda se la Nazione, il Suo Parlamento ed il Governo siano in grado di legiferare ed assicurare le coperture di bilancio che possano concorrere come protection force ai cittadini che operano isolatamente. Non solo, se ci siano  gli strumenti per individuare se trattasi di lavori contemplati da accordi con il paese ospite oppure extra che rientrino in quelli di sfruttamento.  Un esempio sono l’impiego di forze Armate per la difesa dei lavori sulla diga di Mosul.  Una missione ed un test al quale mettere alla prova Forze  e Nazione al fine di accertare in che modo  si è in grado di affrontare i rischi delle missioni. Quelle delle quali spesso si discute senza tenere conto  del principio secondo il quale  il terrorismo và combattuto nella sua globalità. Aldilà di quella che potrebbe essere il risultato di un’analisi in tal senso resta l’evidenza che attualmente ogni cittadino che intende esercitare attività fuori dell’Europa, sia essa di concetto, dirigenziale o di maestranze lavorativa, non potrà farlo fine  a se medesimo. Quest’ultima affermazione, non è scritta a caso, perché sarei curioso di sapere in che modo l’Europa ed  il Consiglio Europeo intende agire in analogia di episodi. Quale linea d’azione  per la politica estera seguirà ora che una Sua componente di spicco quale la Gran Bretagna, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU,  sta uscendo dall’Unione. Il Presidente Casini, oggi ad Agorà, ha parlato di prevenzione, informazione, repressione ed educazione, ammonendo  a mettersi sullo stesso piano dei terroristi i quali tendono a fare  della Religione un mezzo per dividere e innescare  una guerra. Da questo deduco che non sia più tempo di politiche estere  fai daTe ma che la Comunità Internazionale dovrà effettuare una scelta, delle due,  vivere come in un bunker oppure uscire allo scoperto, adoperarsi per combattere con tutti i suoi mezzi il Daesh ed ogni sua derivazione. Rimanendo con i piedi per terra ritengo che sia finito il tempo di Italiani brava gente, del vogliamoci bene attraverso le quali ci eravamo fatti conoscere  a suo tempo. Noi siamo un microcosmo in quello che per noi rappresenta il macrocosmo,  il continente Europeo  per il quale e con il quale dobbiamo convivere, interagire e progettare e non solo con la moneta unica, poiché da soli non si và più da nessuna parte.

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