IL TUMORE CHE E' TRA NOI

Mettiamoci per un momento nei panni di una famiglia nella quale c’è un malato terminale. Probabilmente è come entrare un tunnel del quale si conosce l’ingresso senza intravedere per lungo tempo l’uscita. E giù a blindare le città, da coprifuoco, dislocando Poliziotti a volontà ed Esercito. E, se potessimo magicamente dare loro vita, potremmo aggiungervi quei soldatini di piombo riposti negli armadi o pronti per i pacchi regali di Natale. Perché quando il gioco si fa duro allora si riscoprono le Forze Armate come fossero programmi TV on demand. Nel frattempo a piedi o con i barconi da Sud Est nell’Egeo, continuano le migrazioni di massa dalla Turchia alle isole del Peloponneso come tanti Ulisse dopo la guerra di Troia. Mentre una parte dell’Europa legata ancora all’ancien regime di Asburgica reminiscenza, si è svegliata con i fatti di Parigi riscoprendo di avere un comune nemico. Che sia la volta buona per quell’ unione per la quale, per tanto tempo, ci si è sporcati la bocca, non so. Tanto che da più parti per pura propaganda elettorale si urla alla guerra al sostantivo del quale , non mi meraviglierei , si aggiungesse l’aggettivo santa. Dove e contro chi però è tutto da scoprire, contro un avversario il quale astutamente si è annidato dove altre fazioni si contendono potere e territorio. Mentre all’ONU, stavolta, sembra non ci siano veti, su cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, almeno tre, Francia, Regno Unito e Confederazione Russa, sarebbero d’accordo. Quest’ultima sostiene Assad non solo perché è il male minore quanto per le lezioni apprese dopo la caduta di Saddam Ussein e Gheddafi senza garanzie e validità dei loro sostituti. Tutto bene se l’incidente dell’abbattimento dei due Socoi da parte della contraerea Turca, non avesse rischiato di compromettere i rapporti già precari tra NATO e Russia. Fortunatamente al Quartier Generale di Ever non sono usciti di senno dando ragione alla Turchia. Resta il dubbio sulla Cina ma il gigante asiatico troverà sicuramente qualche merce di scambio per negoziare il suo placet. Il capo di Stato Francese ha ricercato alleanze ed è andato finanche da Obama strappando a Putin l’assenso per una guida Statunitense della coalizione Internazionale pro delenda ISIS. Certamente vorrebbe recuperare quel parlare e discutere solamente di Economia con la Germania non prevedendo che sarebbe venuto il tempo della resa de i conti tra il vecchio MEC e la Terra di Vladimiro. Tutto questo con la complicità voluta o involontaria della NATO, la quale ha continuato ad agire come forza in leasing delle Nazioni Unite quasi a pagare in natura il dovuto dei suoi principali contributori esclusi i costi di un palazzo a New York, lavavetri compreso. Anzi si è allargata sin all’Ucraina eleggendolo a Paese di cerniera in previsione che l’antica Anatolia desse forfait in seno all’Alleanza. Ed intanto che i giochi di risiKo proseguono, il malato rischia di andare in metastasi, allo stadio della quale non basterebbe un Veronesi della politica per poterlo curare. A questo si può paragonare il Daesh che colpisce nell’impensabile, uccidendo e ferendo nell’amor proprio inermi ed innocenti in nome di un Dio del quale si arroga il diritto di interpetrarne l’ira. Intanto continua la campagna antisislamica la quale sortirà l’effetto contrario di ciò che si prefigge. Ovvero, farli sentire vittime del sistema , li farà compattare tanto che la parte più estremista e faziosa prenderà il sopravvento oscurando quella dei buona volontà. Nel frattempo il male attecchisce a tal punto che alcuni dei nostri giovani perdano l’istinto di sopravvivenza non riconoscendosi in nessuno di quei miti cari ai loro coetanei. Tant’è che tra i carnefici non c’era nessuno importato, bensì, tutti connazionali e coetanei di coloro ai quali hanno procurato la morte. Che dire, sta crollando anche il mito di una parte di Chiesa Cattolica Apostolica Romana dove non c’è giorno che non si rompa un vaso di Pandora mandando a carte quarant’otto la carità Cristiana. In attesa dell’input degli USA ed una grande coalizione Internazionale non ci restano che i servizi d’intelligence e le forze dell’ordine. In quanto alle Forze Armate quelle rimaste dopo stringi qua, rimpicciolisci là, faranno quello che potranno sempre chè si dia loro il necessario per vivere, muovere ed operare. Uso quest’ultima parola perché i pacifisti non si urtino per il verbo combattere. A tutti noi, l’invito ad aprire gli occhi tutelando anziani e bambini nell’evitare luoghi affollati dove almeno ci si accerti che le vie di fuga siano perfettamente indicate. Insomma dobbiamo convivere con questo male come fa un essere umano con un cancro. Pensando che da esso si può anche guarire malgrado la scarsità della probabilità di sopravvivenza espresse dai medici.

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