ABBASC A LA MARINA SE VENN U PESC


Così recita in dialetto un ritornello con il finale da cantina, cantato dai Baresi di  un tempo, ridotti ormai ad una rarità, in una città  che stenta a crescere tranne che in  popolazione ed automobili. Un ospedale Universitario come il Policlinico nel quale mancano posti letto tanto da mettere in aspettativa i pazienti nella sala rossa del pronto soccorso. Denominato euforicamente centrale come se ce ne fossero altri in periferia. Fortunatamente nella classe medica c’è qualcuno che lavora con entusiamo. Come i sanitari del padiglione “Chini” , secondo piano, geriatria, dei quali ho avuto modo di apprezzarne la professionalità per un ricovero, in urgenza, di mia madre(98). Ma loro possono fare ben poco con le sinergie delle quali sono in possesso, soffrendo per il penultimo posto riservato alla Puglia, per la Sanità, tra tutte le Regioni d’Italia. L’abitazione di famglia è in uno dei punti da  giostra delle auto, il flusso delle  quali và dall’entroterra al centro, verso il mare. Parlo del sottovia “Quintino Sella”, il quale sicuramente risente della conformazione a scacchiera del Centro Murattiano, dove si formano soste forzate sia per i semafori che per le auto in doppia fila. Perfino i taxi e gli Autobus urbani, malgrado abbiano corsie preferenziali devono talvolta procedere a slalom. Fortunatamente mia madre ha debolezza d’udito, altrimenti doppi vetri, aria condizionata o ventilatori in casa non basterebbero ad attutire il rumore o preservarne l’inquinamento. A tutto questo si aggiunge la maleducazione di certi autisti, il passaggio con le gomme a lambire, sulle striscie pedonali, le scarpe dei pedoni o  l’attraversamento di questi ultimi con il rosso.  Domenica scorsa, a  piedi sulla discesa della passeggiata sopra le mura, di fronte alla già piazza Ferrarese dirimpetto all’ex mercato del pesce, sento uno strombazzare alle mie spalle, era un tizio che con un’auto aveva chiedeva strada in un’area pedonale, per dirigersi verso l’adiacente lungomare. Di contro, in una pasticceria ho constatato l’altruismo di un signore, barese, poichè grazie al suo intervento, mi salvava da una ingiustificata maggiorazione del prezzo di alcuni prodotti causata da una incomprensione tra  la commessa e la cassiera.  Di persone così ce ne sono  però  è necessario che non si sentano isolate, la loro unione darebbe fiducia alla gente. Un esempio per i giovani ai quali i predicozzi  non servono e comunque meno di quanto facciano la credibilità dei fatti. Cosa si può fare per equilibrare e deconflittuare, personalmente sarebbe da valutare di spostare in un’area verso Ovest oppure Sud Est la cittadella dei servizi comunali e gli uffici pubblici riprendendo quel vecchio progetto che prevedeva lo spostamento della stazione dei treni a Nord, trasformandola da transito a  “di testa”.  Tutta l’area rimanente se ne gioverebbe e con essa l’impatto ambientale disciplinando i trasporti e le linee interne. Non per ultimo favorirebbe l’afflusso pendolare dall’entroterra. Trasformando ed ampliando la zona pedonale nel centro murattiano a vantaggio della diminuizione dell’avvelenamento da smog. E per buona pace dei commercianti al dettaglio, l’odierno parco ferroviario potrebbe essere trasformato in parcheggio con noleggio gratuito di biciclette e macchine elettriche.  Certamente in tempi di spending review sembrerebbero proposte da faraoni se non le paragonassimo alle toppe nei vari settori  che nel tempo di sessant’anni, sono state cucite provocando il caos al quale assistiamo ora. Domenica  1 Marzo, ho incrociato, nei pressi della chiesa S.Ferdinando, in via Sparano, una manifestazione di solidarietà all’Ucraina. Bene sarebbe se  la gente trovasse il coraggio di protestare anche contro il degrado e la maleducazione in città. La quale è cresciuta a dismisura in popolazione e qualcos’altro ma è rimasta provinciale nell’anima. Un peccato che non rende giustizia all’ onestà e laboriosità  che  un tempo competeva in  operosità con le più progredite città e Regioni del Nord Italia. Nella ricorrenza della festa della donna e la sua emancipazione, i mariti e tutti gli uomini prestino generosamente attenzione alle proprie mogli, compagne  ed a tutte le donne impegnate sia nel pubblico che nel privato. Ciascuna di esse, aldilà del madrigale barese ed il suo doppio senso, può fare molto per la trasformazione di questa terra, quasi da ultima spiaggia. Rdiasparro@gmail.com

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