Non appena finisce Sanremo


C’era una volta un popolo, sparpagliato quà e là in una Penisola e  più Isole  in un mare che un tempo i Latini chiamavano Nostrum ma che adesso non si sà di chi sia. Tant’è che viene spesso solcato da viaggi della speranza con il tributo di tante vittime spinte da identità di motivazione. Un vent’ennio, una guerra persa e poi reinventata con la resistenza, ne hanno promosso vendette al limite  della tribalità tra coloro che furono favorevoli e quelli i quali, al precipitare delle cose, si dichiararono contrari al fascismo. Da allora, ricostruzione, riappacificazione e rioccupazione delle fabbriche al Nord, lasciando a Sud solo anziani, donne, bambini, minorati e, non per ultimi, gli inetti. Quest’ultimi tra i più vispi, furono subito reclutati dalle mafie locali brillando di luce impropria con i fondi elargiti a pioggia dalla Cassa del Mezzogiorno. Iniziativa per trasformare il Sud in una specie di orto botanico o giardino, senza far i conti con la mancanza della materia prima ovvero gli esseri umani di buona volontà. L’emigrazione li spinse a varcare gli Oceani come all’inizio del secolo scorso, verso Stati Uniti, Australia, Germania ed altri Paesi dove c’era carenza di mano d’opera. Fino agli anni ottanta quando  gli extracomunitari ci hanno copiato venendo qui in cerca di quei lavori che non ritenevamo più adatti al diploma o agli studi che avevamo intrapreso. Si perchè nel frattempo, dopo aver combattuto l’analfabetismo avevamo fatto la conquista del diritto allo studio estendendolo persino agli asini. I campi cominciarono ad abbondare di caporali, gli schiavisti dell’era moderna ed i soldi della Cassa piovvero sul bagnato e non dove l’asciutto ne dettava l’utilità. Essi divennero uno strumento di collusione tra  clientelismo politico e quello della  malavita con l’allargamento a corruzione, peculato ed abusi, da Sud a Nord, da Est ad Ovest. Fin’anche i pionieri di quel salto di qualità che avevano portato con loro, a Settentrione, l’esuberanza dei raggi del Sole del mezzogiorno si sono persi nella notte dei tempi.  Le lotte di classe estese fino a quelle dei colletti bianchi confusero  le origini dando luogo a misture di dialetti dove primeggiano lumbard e piemontese spegnendo gli accenti del meridione. Chissà cosa avrebbe fatto il Conte Camillo Benso di Cavour, il quale  pur non visitando il meridione dell’Italia appena liberata  asserì che dopo l’Unità si sarebbe dovuto intervenire per fare gli Italiani. Fortunatamente il Sud è stato sempre un serbatoio di nascite anche  quando il Nord si è fermato a crescita zero. Infatti, durante la coscrizione militare obbligatoria, l’applicazione di  una legge a furor di mamma, mise in luce la pochezza dei giovani nelle molte caserme del Nord Est rispetto all‘affollamento nelle poche  di quelle Sud.  Oggi viaggiando a Sud si nota che qualcosa stà cambiando, ma sono avvisaglie che nel futuro possono fornire il trampolino dal quale lanciarsi. A patto  che i mezzi di trasporto, terrestri aerei e marittimi non concorrano a quell’alone di mistero  allungando i tempi di movimento con i loro proverbiali ritardi e disservizi congiuntamente alle inadempienze dovute a lacune locali o nazionali. Ma tra i turisti ci sono anche quelli di buona volontà, in genere i guidatori che percorrono al limite della follia le  autostrade ridondanti  di lavori in corso.  Con loro clienti dell’Est Europa dall’emergente ricchezza e consumismo e tra i Nostri quelli che ricercano le proprie origini nei luoghi d’ appartenenza dei loro antenati.  Non fà storia il cliente dell’esiguo numero di resort a cinque stelle,  il quale paga in base al rapporto qualità  e prezzo. Al contraio  molti di Noi i quali, dopo quel boom dei sessanta, negli anni successivi, ci siamo indebitati, anche per le vacanze, con le banche. Alle quali oggi attribuiamo la maggioranza dei Nostri mali ritenendole l’origine di ogni contenzioso, senza tener conto che siamo stati Noi stessi ad alterare le leggi di mercato. Domanda, Offerta  sono, erano e saranno i regolatori della Borsa e di ogni atto di compravendita. Congiuntamente la concorrenza nell’ambito della zona Euro, leggi Germania, ha causato la saturazione del mercato anzichè cercare di espandersi ad Est ed all’Estremo Oriente. Il volontariato ha soppertio dove il pubblico ha mancato e per giunta abbiamo sospeso la  leva  dando spazio al professionalismo anche nel servizio militare. L’intento è stato quello della partecipazione come quella del 3° battaglione  Bersaglieri “Cernaia”, alla guerra di Crimea. Essa permise a  Cavour, plenipotenziario del Regno di Sardegna e Piemonte, a fine operazioni,  di sedere tra le potenze Europee dell’epoca e sperare nell’aiuto della Francia per fare la guerra all’Austria. Fortunatamente non dobbiamo fare dichiarazioni di guerra  ma se fosse il caso, l’esempio serva a capire che da soli non si và da nessuna parte e con la sola la buona volontà non si risolvono i problemi della Nostra Patria. Questo concetto assume ancor di più la sua validità nella vicenda dei nostri Marò, La Torre e Girone,servitori dello Stato, tant’è che lo abbiamo capito dopo due anni.  Servono soldi, impegni di risorse ma sopratutto il fare squadra dove ciascuno pone al servizio dell’altro i propri talenti riconoscendo l’azione di un leader. Nulla dovrebbe essere dato per scontato ma tutto resta materia di discussione come  furono e lo sono ancora le idee di uno dei padri della nostra Repubblica, Giuseppe Mazzini. Cosa accadrebbe se ci crogiolassimo nelle lobbies, campanilismi, separazioni che ancor oggi sono in agguato  e ci impediscono la crescita, probabilmente tutto rimarrebbe come prima. Ma ciò che oggi si accantona  domani salta fuori con prepotenza e se non saremo noi saranno  i futuri cittadini,  figli degli extracomunitari, a riproporci i problemi non solo pacificamente. Essi che hanno conosciuto attraverso i loro padri e madri cosa significa la parola sacrificio potrebbero avere quella voglia che a noi manca. Nel frattempo saremmo alla mercè di chi urla di più e non sempre costui o costei hanno la stoffa dello statista. Perciò, invito questi bravi ragazzi e ragazze,  nati a cavallo degli anni settanta, a ripercorrere gli eventi del passato per evitare ripetizioni di errori nel futuro. Tra di loro, oggi primeggia il presidente del consiglio dei ministri  incaricato. Chissà  se ha mai sentito parlare del piano Marshall con i pacchi dei quali, noi, figli delle generazioni antecedenti ricevevamo i vestiti per andare a scuola. Il tempo stringe  sento le note e le parole di Volare, come quando in missione all’estero la  sognai cantata da Domenco Modugno con un coro di Angeli che lo accompagnavano in  alto nel cielo blu. Più tardi appresi la notizia della sua morte, riaffermando quel verso di Neruda secondo il quale  la vita  è un battito di ali.  Infatti,  stasera si apre  il sessantaquattresimo  festival della Canzone Italiania, sabato prossimo è già finalissima con i vincitori. 

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