VOX POPULI, VOX DEI


Riscopro il treno con il quale stò viaggiando per far visita a mia madre, in una giornata infrasettimanale. Il Venezia Lecce, compie la tratta in  circa 8 ore, fortunatamente io mi fermerò  a Bari. Alla sete ci ho pensato prima di partire mentre mi manca qualcosa da mettere sotto i denti. Ed è per questo che decido di fare visita alla carrozza ristoro dove un odore investe piacevolmente le narici ed invoglia a soffermarmi ad ascoltare due avventori che parlano vivacemente di politica. Si trattava di un signore di mezza età ed un giovane in divisa da personale viaggiante delle pulizie.  Il quale asseriva che la colpa di questa situazione di stallo fosse da attribuire, tra l’altro, anche al comportamento degli Italiani. L’altro lo rintuzzava dicendo che i politici si comportano similmente nella media, non appena a Roma s’innamorano della poltrona perdendo ogni cognizione del bene ed intereresse della comunità sostituendoli con l’egoismo. Continuando nel paragone, forse provocato dai discorsi dell’altro, tra gli inizi della Lega Nord ed il neonato Movimento a 5S. A suffragio citava colui il quale  coniò il detto Roma Ladrona, poi, pescato con le mani nella marmellata. Ad un tratto ho pensato ai  diamanti sventolati con orgoglio dal neosegretario succedutogli, durante un comizio. Il quale li aveva posti in palio come premio alla virtuosità tra i sostenitori del suo partito. Quando si dice  fare i furbi non rischiando il proprio ma il fondo schiena degli altri. Quelli di tutti i contribuenti siano essi Leghisti e non. Stavo punto rimuginado a tutto questo, quando, un signore corpulento e con occhiali scuri, introducendosi alla bouvette  esordì ad alta voce auspicando che una bomba scoppiasse  proprio lì a Roma.  Imprecazione che aiutò un’altra  riflessione. Certamente le pompe funebri ne avrebbero tratto vantaggio ma la beffa sarebbe stata che i funerali di stato sarebbero stati pagati con i soldi dei cittadini, quelli che  con onestà pagano le tasse. In più, costringendoci ad andare a votare  con  la medesima legge elettorale.  L’unico vantaggio quello di conoscere la provenienza  della strage di stato. Al contrario  delle altre del passato rimaste nell’insipienza degli archivi dei tribunali. A meno che l’efferratezza dell’atto non segni l’inizio, nell’incertezza e violenza, di una rivoluzione nell’intero Paese. L’elucubrazione ed mio silenzio deve avermi fatto assumere un atteggiamento interpretato in chissà che cosa dai tre viaggiatori.  Come dar torto alle loro esclamazioni scusandone l’esasperazione dei concetti. Oggi si vota per la successione al Presidente Napolitano, personalità alla quale, non solo l’Italia ma da più parti nel mondo è  stato  riconosciuto il merito di aver dato un senso all’Unità Nazionale. In quanto a coloro dei quali si fanno nomi per l’avvicendamento, personalmente, non vedo alcuno il quale, ammesso e concesso possieda la dote della mediazione, quest’ultima significhi anche condivisione delle parti in causa. L’unicità e l’indipendenza dimostrata dal Presidente ancora in carica è una garanzia per la competenza ed il cuore del problema. Dare un governo che stia in carica almeno fino alle politiche Europee del 2014. Non ritengo fuori senso rispolverare le convergenze parallele. All’epoca non le compresi ma oggi affermo che il concetto enunciato dal compianto Aldo Moro oggi avrebbe un’applicazione. Se un Papa come Benedetto si è avvalso della facoltà del dimettersi perchè non dovremmo accettarla da un Presidente il quale dà importanza all’anagrafe come finale della missione. E se provassimo  a fare un bilancio di profitti e perdite, non solo in soldoni, immaginando di porre  su di un piatto di bilancia, la rielezione, a breve, del  Capo dello Stato ed il ritorno alle urne con la legge detta Porcellum. Non dimentichiamoci che abbiamo due valorissimi sottufficiali dei marò, in sospeso, per un processo in India. Quì mi fermo perchè sono arrivato a destinazione. 

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