Dedicato a Rina



Una sera mi ritrovai da solo pensando al passato, fu così che la mia mente vagò all’indietro nel tempo. Quando da unico cugino maschio da parte di mamma, mi ritrovai con tante cugine figlie delle mie zie. Ero ammirato e coccolato senza alcuno sforzo mi sentivo un galletto crogiolandomi delle curiosità che in tutte quelle femmine, più meno coetanee, suscitavo. Poi venne il tempo che ciascuno seguisse la propria strada percorrendola fino al punto in cui siamo quasi ad ignorare la parentela che ci legava. Fu così che ciascuno di noi conobbe lil dolce e l’amaro, la sconfitta e la vittoria, l’indifferenza e l’altruismo, la rabbia ed il perdono. Un albero con le diversificazioni dei suoi rami attraverso i quali più o meno si affolllavano foglie e tratti spogli, con forme differenti per direzioni e foggia. Il destino secondo alcuni, la vita secondo altri, le volontà a detta di tal altri. E così provai a mettere insieme una nuova vita con un’antica cercando di far incontrare quei rami che dalla stessa pianta sembravano dirigersi verso chissà quali direzioni sotto il cielo, sole e luna. Nonostante i miei sforzi qualcuno di essi persistette nella sua direzione, a tratti, non per sua volontà altri invece portarono dei rametti appena germogliati, prodotti dei loro itinerari. Un tripudio se pur parzialmente accennato perchè sembrava una forzatura, un ingannare quel tempo talvolta galantuomo e talune carogna che governa le frequenze del nostro quotidiano. Ed ecco risuonare il rintocco di sorella morte come S. Francesco l’ha definita ricordandoci quanto di transizione siamo in questa vita che pedissequamente, talvolta, trascorriamo correndo dietro a chimere trascurando la  comunicazione tra esseri umani. Ancor di più dimenticando  i legami  di origini gemelle, per terra, luoghi e tradizioni. Cara cugina Rina sei volata in cielo come un angelo, durante il sonno, il Signore Ti ha voluto risparmiare le sofferenze che alcuni patiscono affinchè possano garantirsi l’assolvimento del proprio karma sperando in uno migliore. E Noi che dovremmo intristirci per la tua dipartita invece gioiamo perchè speriamo di avere un angelo lì pronto alla nostra protezione, in particolare per quella figlia Margherita alla quale Tu hai dedicato molta parte del tuo percorso terreno. Ella oggi ci appare indifesa e spaurita, se pur nella sua incosapevolezza dell’essere ma confidiamo che Te ne occuperai anche nella nuova veste. La famiglia dalla quale provieni Ti ha dato quel che poi sei riuscita a tramandare ai te medesima ed ai tuoi figli, convolgendo marito e tutte le tue sorelle che oggi piangono ma non di tristezza quanto di contentezza per l’ascesa angelica. Ed è con questa convinzione che sicuramente verrai a trovarmi sotto le mentite spoglie di una colomba bianca, volando e mostrandomi quel volto che mi fu tanto caro quand’eravamo bambini giocando negli incontri tra le due sorelle, nostre madri. Non occorrerà io ti presenti Eleonora, perchè Tu te la gusterai in tutta tranquillità. Mia cara Rina Ti voglio anche ricordare in quella fanciulla che rispondeva “ stong dò” a sua madre ,l’amatissima zia Margherita, mentre insieme ci aggiravamo tra gli inserti della vigna di tuo padre, il compianto zio Mimì, in cerca di isolamento. E Tu sei sei sempre là attenta e vigile su di noi ed i tuoi figli, Ti voglio bene Rina. 
tuo cugino Riccardo
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Scusatemi, ho pecato di egoismo, dovevo parlare di più di mia cugina piuttosto che dare libero sfogo alle mie elucubrazioni. Spero Rina mi perdoni dall'alto dei cieli, dal mio, pregherò perchè questo accada.

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