Lettera aperta al Sig. Ministro della Difesa Ammiraglio Di Paola


Ho letto il Suo discorso alla Camera dei deputati sulle misure da porre in atto per la spending review. Mi pare Lei abbia parlato di Difesa Europea rapportandola a quella NATO.  Forse chi  lo ha  redatto, a meno che non sia autoctono, ha omesso di scriverLe che la Difesa comune è conseguenza dell’ unificazione e costituzione in Confederazione. Probabilmente  accadrà prima che si possa stabilire il Federalismo da Noi, ma rimanendo  in tema,  quale concorso o contributo toccherà all’Italia. Allo stato dei fatti reputo che nè Lei o nessun altro possa ipotizzarlo perchè, a tutt’oggi, non sappiamo quale sarà il medesimo di ciascuno dei 28 e più futuri Paesi costituenti gli Stati Uniti d’Europa. In quanto ai tagli  da  operare sul Comparto,  sicuramente Lei avrà certamente optato per focalizzarli sullo strumento Terrestre dato che quello Aereo e Marittimo si sono già ingranditi a discapito del primo. Ebbene se Churchill affermò che l’Esercito non è una Società per azioni, oscillante con le valutazioni della borsa ed andamento dei mercati, non di meno, ME LO CONSENTA, desidero rammentarglielo, per Quello Italiano. Quanto si  demolisce oggi, non lo si ricostruisce facilmente domani se non a caro prezzo e dispendio di sinergie. Tenuto conto che in ognuno di questi Enti presta  servizio del personale, esseri umani, questi ultimi meritano di essere trattati come tali piuttosto che da numeri. Bene sarebbe se qualsiasi modifica fosse preceduta da  corsi  di formazione rivolti   ai   Quadri , Ufficiali e Sottufficiali, sul  “coaching”, ovvero l’arte di saper ascoltare. In particolare, per le problematiche del personale affidato alle loro dipendenze ( da livello plotone a reggimento) indirizzandoli o aiutandoli a trovarne soluzione(Corsi di coaching e formazione). Ai Volontari, in servizio permanente, con brevi stage, in reparti, corpi e InterForze diversi, per familiarizzare con altre specialità facendone apprezzare rischi, responsabilità , peculiarità , incentivando lo spirito di corpo a livello di Nazione  anziché limitato al proprio Corpo di appartenenza. Per i Volontari al passaggio dallo stato di Ferma Prolungata a quello del Servizio Permanente( A cura degli Enti e Corpi ). Per il  personale, di qualunque grado, Arma e Specialità, almeno sei mesi prima del Suo distacco dal servizio attivo, in particolare, per i Volontari. Per questi ultimi, in diretto contatto con il mondo del lavoro(Associazioni, Confederazioni della Società Artigianale ed Industriale ), aiutandoli a reinserirsi e non limitandosi a promettergli un posto di guardia giurata. Non per ultimo, Sig. Ministro, promuovere la partecipazione delle famiglie in particolare delle consorti(formazione del partner) e figli adolescenti, del Personale di qualunque grado, Arma e Specialità, prima dell’invio ed al rientro dalle Missioni Fuori Area del proprio congiunto. In essa si ravvede la necessità di ricerca delle motivazioni che hanno dettato la scelta e quella della consapevolezza dei rischi ai quali andrebbero incontro. Mi verrebbe voglia di usare anche adesso come allora la frase che quella volta mi costò l’allontanamento dal Teatro, in Kossovo. A quel tempo,  il mio interlocutore, è stato nientemeno che il Gen USA Frank, al quale stava a cuore la sicurezza di immissione in Teatro, del Reggimento San Marco, mentre oggi è l’Esercito Italiano, al quale ho donato poco meno di quarant’anni della mia vita, con il quale Lei si appresta a giocare. In  quella occasione, la protesta del  quale fu poi fatta oggetto quell’Unità, da parte di estremisti,  a Salonicco, ci fu realmente, all’uscita dal porto, nonostante la presenza di due Ufficiali Superiori del Suo Reparto.  La polizia Greca intervenne solo su nostra chiamata mentre sarebbe potuta essere già sul posto se fosse stata annunciata l’operazione che fortunosamente andò bene. E la mia frase “ altrimenti siamo nella merda”  pur non avendo riscontri allora, se non  in un provvedimento disciplinare a carico del sottoscritto,  potrebbe averlo oggi  a distanza di dodici anni,
 Riccardo Diasparro
col. E.I.(ris.)

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