QUANDO SI STAVA PEGGIO O FORSE MEGLIO DI ADESSO


Spesso in occasione di incontri con conoscenti, amici e familiari, in presenza di un loro figlio adolescente svogliato o riottoso, ho sentito curiosamente la frase”Gli farebbe bene un pò di militare”. Vaccinatamente ho sempre risposto che la funzione educatrice del servizio di leva deve essere un pò sfatata, in considerazione dei tempi e delle mutate condizioni. Talvolta ha funzionato per togliersi da ogni impiccio malgrado, chi scrive di giovani ne ha visti passare tanti in veste di comandante dai minori livelli fino ad Unità come battaglione. Proprio in quest’ultima ha riscosso una delle soddisfazioni che lo hanno ripagato di tante amarezze e delusioni ricevute durante il proprio mandato. Pensate, vedersi riconosciuto in pieno centro a Napoli, pochi anni dopo la cessazione del comando ed essere invitato in un dei bar più alla moda a prendere un caffè da un ex soldato. Non che sia rimasto perplesso sul cambiamento ma l’ho accettato calandomi sovente nella mentalità del nuovo soldato dell’Esercito arma nella quale ho svolto il mio servizio fino all’inizio dell’ausiliaria nella quale sono tutt’ora. Immaginando di essere il cittadino Rossi, che non ha fatto nemmeno il coscritto perchè esonerato o magari  congedato in quanto forza extraorganico, delle Forze Armate non mi interesserebbe nulla, a meno di avere un figlio o parente arruolato. Non mi meraviglia l’osservazione del Generale Mini che annota quanto sia stato breve l’iter in  commissione difesa, sulla  legge delega al Ministro per la ristrutturazione del comparto Difesa- Sicurezza in linea con la spending revew imposta dal debito pubblico dell’Italia. Anche i Politici, sempre attenti quando c’erano i militari di leva, (ricorderò sempre quel laconico telegramma che li autorizzava a indossare gli abiti borghesi in libera uscita, anticipato agli stessi soldati e poi diramato con un fonogramma alla sei di sera a noi dei Reparti) oggi presenziano ai funerali di Stato ma non appena  la bara è sulla strada del paese di provenienza, la pratica è archiviata. Intanto si parla e si provoca malcontento tra i giovani sui quali si cerca di scaricare tutte le incombenze. Ci si prepara a dire un grazie ai volontari dell’Esercito  e forse delle altre Armi, dopo un servizio meritorio di oltre cinque anni perchè in sovrannumero al transito in spe. Da alcune parti extraistituzionali si caldeggia il rientro dai Teatri all’Estero, dall’altra si fà riferimento alla NATO senza parlare quasi mai di Europa. I Capi tremano perchè la prima risoluzione toglierebbe ossigeno rappresentato dalle risorse stanziate all’esigenza, dall’altra, come cita fedelmente il Generale Mini nella sua relazione potremmo diventare la Nazione da spremere visto che Germania, Francia e Regno Unito cominciano a tirare i remi in barca. In quanto alle Altre del già Patto Atlantico allargato ad Est, credo siano disorientate tra chi le vorrebbe associate al primo mentre molte di Esse, inserite nella Comunità Europea, conservano un atteggiamento interlocutorio, guardandosi bene da esporsi in salti al buio. Ma anche la neutrale Svizzera, malgrado non partecipi alle operazioni di pace, ha un Esercito di tutto rispetto. Non pensino coloro che sottraendoci alle missioni Internazionali si risparmi molto di più tenendo i nostri soldati in guarnigione. Lo stress management ovvero quel necessario addestramento che necessita per tenere allenati e pronti all’esigenza le Forze Armate dovrà comunque essere effettuato. Pena la decadenza del livello di attenzione con perdite non solo d’immagine persino per i generali veri oltre che per quelli di cartone( Gen. Mini n.d.r.). Personalmente ritengo che nel frattempo qualcosa si possa fare, agendo sulla formazione, partendo dal presupposto che in tempi di crisi le risorse a disposizione, sia in tema di mezzi quanto e, non per ultimo, di personale  debbano essere tutte utilizzate. Alcuni armamenti se in corsa di approvviginamento possano essere venduti ad altre Nazioni, oppure rivisitati se in via di licitazione/gare di approvvigionamento, nel frattempo sospesi. Formazione che deve prioritariamente interessare i giovani in procinto di lasciare il servizio per fine ferma, ed anche i quadri che sono destinati alla così detta quiescenza per limiti di età. Quest’ultimi ironicamente considerati dei vuoti a perdere sono persone fisiche talvolta ancora in ottime condizioni capaci di fare figli anche a sessant’anni, come tali possono essere impiegati per compiti sia formativi che di coordinamento non solo in ambito Forza Armata. Se mi chiedeste una rappresentazione grafica di me stesso,  potrei disegnarvi un ponte perchè  come tale mi sento per aver congiunto  due rive, da un lato,  la fine del servizio obbligatorio, dall’altro il nascente  volontariato, sopra il grande fiume  assimilabile all’Italia. Ma il passato non si rimpiange perchè è tale, sebbene la sospensione della leva ha impedito, a mio parere, due cose, il controllo medico ad ogni giovane al compimento della sua maggiore età e, non per ultimo, la connessione tra mondo militare e  civile. Essi, talvolta stridenti e contradditori tra di loro, restavano sempre in collegamento anzichè separati come lo sono oggi dove, il servizio militare, si è trasformato in una nicchia. 

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