Per Eleonora

La televisione trasmette Augias ed un gruppo di esperti mentre commenta un saggio sulla formazione con i suoi autori. Intanto Ele si avvicina gattonando arrampicandosi alla sedia dove sono seduto al mio pc, ha fatto cacca. A suo modo desidera che le cambio il pannolino. La prendo in braccio annusandole il sederino, ha ragione, coccolandola mi avvio al dovere di padre, sua madre stà prepardoci la cena. Come me molti dei maschietti si occupano di queste incombenze per il loro figlioli qualche altro glissa e con la scusa di debolezze di stomaco delega. Sappiano però che quello che i genitori fanno nella prima infanzia resta l’impressione che i loro bimbi avranno da grandi. Così come ogni attenzione o disattenzione nei loro riguardi rimarrà nel registro della mente dei piccoli, futuri adolescenti. I primordi della formazione che condizioneranno le creature accompagnandole in lontananza, si spera, dell’iter della vita. Perchè la culla è palestra sia per i genitori che per i figli, insieme si allenano in previsione del taglio di traguardi o ritirate da sconfitte. Successivamente sarà la scuola sin dalle primarie fino all’università a forgiarne il carattere, ricercare qualità, inclinazioni guidandoli nel passaggio da speranze, frutto di desiderate, alle realizzazioni degli obiettivi. Disgiungere la famiglia dall’istruzione rientra attualmente nei luogo comune devolvendo all’ultima il compifo di formare. Un errore, non sempre commesso coscientemente, da addebitare alle freneticità delle frequenze con le quali gli adulti devono affrontare il quotidiano. Per i propri e quei bisogni di coloro i quali ricadono sotto la loro responsabilità e patrocinio. Rincorrendo il danaro per soddisfarne le esigenze di mutui casa da pagare in sintonia con i rischi di perdita dell’occupazione. E così accade che l’anima viene riposta in un cantuccio riscoprendola nell’avversità mentre le si fà cenno di tacere quando il vento spira da poppa. Ma siamo sicuri di avere scelto la strada in aderenza alle nostre capacità e possibilità. Un domanda da ignorare per alcuni considerandone la trascurabilità rispetto alla voglia di successo qualunque sia il prezzo da pagarne per ottenerlo. Autostima, compassione, analisi ed introspezione non appartengono al linguaggio dei più. Molti percorrono strade senza prima saggiare se stessi, ciascuno sperando di gabbare il consimile facendosi largo con i gomiti. E sgomitando qualcuno si afferma salvo, successivamente, accorgersi che ha dato la stura agli attacamenti del proprio ego. Un certo Smith affermava che l’interesse privato supplisce a quello comune muovendo gli affari. Personalmente sono d’accordo a patto che il primo sia sorretto da purezza di aspirazioni. In caso contrario l’affermazione sarà fine a se medesima sciogliendosi come neve al sole, al primo ostacolo. Qualcuno si rallegrerà di aver preso in giro gli altri senza contare che, prima di tutti, ha ingannato se stesso. Il vuoto della fusione di sinergie, tra scuola famiglia fà la differenza nella privatizzazione della formazione. A patto che i giovani trancino il cordone ombelicale che li tiene legati ai genitori sottoponendosi ai test sulle proprie capacità. Potrebbero sorprendersi confrontando ai desideri il carattere per affrontarne i sacrifici e le difficoltà. La loro somma è il prezzo da pagare per il conseguimento degli obiettivi. La mia generazione ha ricevuto un tipo di educazione che rasentava l’ossessione in alcuni casi, al contrario, quella successiva, una con tinte di permissività. L’attuale, risente del passaggio tra le due precedenti e sovente sfugge le difficoltà senza assumersene responsabilità. Nel frattempo, l’emancipazione delle femminucce è sortita come una spina nel fianco di noi maschietti. Esse hanno affinato le proprie doti di sensibiltà che le contraddistinguevano nel loro DNA. Alle quali hanno aggiunto combattività e coraggio, dimostrando di sapersi assumere oneri che solo dieci anni fà una donna non si sarebbe mai sognati. E’ sufficiente osservarle, in tutti i campi dal civile al militare, dimostrano efficienza e caparbietà in competizione con i colleghi dell’altro sesso. Ed Eleonora si dimostra felice di essere stata lavata e cambiata nel proprio intimo. Si esprime ancora con miagolii i quali, se attentamente ascoltati dimostrano che è cosciente ai nostri no ed alle gratificazioni per il tempo che le dedichiamo. Nella consapevolezza che esso è solo una parte della formazione, quella che competerebbe ad ogni genitore.

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