Ecco a Noi (parteII)

(parteII)
A quanti uomini è concesso tutto questo, presi come sono dal quotidiano, sia che si tratti di lavoro dipendente o indipendente magari con la complicanza della distanza fisica. E qui mi collegavo a quando ero diventato padre per la prima volta. Giovanissimo per incosapevolezza, con distanza da coprire. Un viaggio di almeno cinque ore per il quale non ho avuto modo di apprezzare quello che in questa occasione mi é accaduto. Ma il passato non si recrimina, lo si può ricordare con nostalgia, stizza ma pentirsene non serve. La saggezza in fondo che cos’è, tutto quanto è stato acquisito con studio ed esperienza applicato al buon senso. Quello che conta è il non ripetere gli stessi errori. Ogni goccia di esperienza equivale a conoscenza. Un’altra lezione di Marco ed Anna, con la quale ho condiviso la ricerca di me stesso. E con queste elucubrazioni mi proiettavo sempre più nella mia nuova condizione, quella di padre, per la seconda volta, alla mia età. Quest’ultima battuta mi era stata fatta notare, da alcuni amici e da mia madre, che pur novantaquattrenne é ancora autosufficiente, qualche giorno prima. Assorto in tutti questi pensieri, fui scosso da “Facciamola finita “ quasi un grido di Nella, mentre i medici confabulavano sulla necessità di procedere con il taglio cesareo. E, nel frattempo guardavano me come se non fosse sufficiente la volontà e lo stato di coscienza della paziente. Mi avvicinai alla mia compagna e le dissi con una carezza che era una donna coraggiosa quasi scusandomi per essermi abbandonato ai miei pensieri trascurandola. Uscii dalla sala e chiamai al telefono sua madre raccontandogli in breve le ultimissime, forse cercando condivisione in famiglia nella decisione di sua figlia. Rientrai ma l’equipe medica mi pregò di aspettare fuori mentre trasportavano Nella in sala operatoria. Non sò quanto tempo trascorse da quel momento, sono cosciente d’aver pregato affinchè tutto potesse andare per il meglio. A giudicare dagli sguardi che incrociavo e dei quali ero oggetto nel corridoio antistante il reparto, devo aver avuto un aspetto non certo edificante. Fortunatamente, mezz’ora dopo, una delle infermiere, uscendo mi annunciava la nascita di Eleonora. Di lì a poco, fu condotta in una culla a rotelle, coperta da un lenzuolino. Non sò perchè mi fece impressione quel visino un pò tumefattto sulla fronte con i bulbi oculari gonfi. La bimba piangeva ad occhi chiusi ma rappresentava il miracolo della vita che si rinnova, la continuità della specie umana. Domandai di sua madre e mi dissero che sarebbe uscita dall’osservazione postoperatoria, tra non meno di due ore. Il pianto della bimba era puro appetito, mi rassicurò il pediatra dopo averla visitata. D’altro canto, poverina, con un peso di Kg 3,880 e una lunghezza di 52 cm, ne aveva ben donde per reclamare. Restai con la neonata al nido e successivamente mi trasferii nella stanza cullandola e inventandomi qualche canzoncina che potesse calmarla. Un’ora prima che riportassero la madre in corsia, riuscii ad addormentarla. La tensione accumulata sia nei precedenti quanto in quella giornata si abbattè su di me, salutai tutti e corsi a dormire. Non prima di aver messo il fiocco rosa sul portone d’ingresso del condominio. Auguro ad ognuno di Voi la felicità provata in quel momento.
Abano Terme, 18/07/2011, ore 19,30.

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