Come diventeremmo se l’euro non bastasse

Cronologicamente, l’Italia ha solamente il torto di essersi data una legislazione in tema di emigrazione che prescinde dall’integrazione. Esercita un’azione repressiva sul fenomeno, estendendosi ad amministrazioni, Corpi e Forze Armate dello Stato per la regolamentazione. Come se queste avessero la giurisdizione su di un territorio pari a quello dell’Europa, senza averne le consistenze in personale e mezzi. Un errore commesso da tutti i legislatori, dalla legge Martelli a quella Turco-Napolitano e dalla Bossi-Fini. Le conseguenze appaiono sotto gli occhi di tutti. Ancor più ora con l’isolamento, perchè queste leggi sono state redatte e promulgate senza il placet del Consiglio Europeo. Come negar la buona fede di Nazioni nelle quali l’integrazione è in vigore prima dell’Italia, quali Francia e Gran Bretagna. La sordità di Quelle le quali osservano in lontananza geograficamente il fenomeno. Salvo quando questi si presenta massicciamente alle frontiere, a causa di eventi che l’accortezza di un’analisi-intelligence avrebbe potuto prevedere. Giustamente si è ricorsi alla casa comune per farsi aiutare, con le risposte che tutti conosciamo. Mentre si invoca l’uscita dall’Europa ci si dimentica che nelle nostre casse sono entrate risorse della Comunità. Dalle quali abbiamo attinto per finanziare interventi su strutture ed infrastrutture all’interno del Paese. Nel frattempo avvalendoci della nostra abilità di negoziatori accenniamo trattati bilaterali con i confinanti del mare un tempo “nostrum”. Commettendo due errori, uno di valutazione per la fatuità dei Governi tra i quali ci sono, vedi in Libia, insorti senza una chiarezza in politica. Oppure come la Tunisia, postdittatura ed Altri dai quali i flussi migratori non sono mai cessati. Non per ultimo, ignorando la Diplomazia dell’Europa e fornendole l’alibi per sostenere che, l’emigrazione sulle nostre coste, riguarda solo Noi. In quanto ad integrare coloro che sono diventati, nel frattempo, cittadini, non significa imporre loro, a tutti i costi le nostre Usanze e Costumi. Per le quali incuteremo rispetto proporzionalmente alla misura con la quale ne faremo risaltare l’importanza, prima di tutto, fra noi. Traslando il concetto all’Interno, come possiamo criticare la mancanza di Federalismo tra Nazioni se a casa nostra non riusciamo a far partire quello tra Regioni. Difficilmente il concetto di aiuto al debole, fornito singolarmente dal forte può essere adottato tra Paesi, prevalendo sugli interessi di bottega. Senza attendere che un altro Hitler ci costringa a metterli da parte ed a. coalizzarci contro di lui. Ce n’è abbastanza per affermare che la Federazione che i Padri Fondatori sognavan di costituire non la si intravede nemmeno in lontananza. Nonostante questo al FOREX, nelll’ultima riunione, si è concluso che si deve dare aiuto ai Paesi interessati al flusso migratorio(*). Il Presidente del Consiglio Europeo si è assunto l’iniziativa di andare in missione in Tunisia compiendo un passo per l’unicità nella Diplomazia. In quanto alla moneta, ostentata come l’inizio del processo di Confederazione, pesa qualche Sterlina di troppo. Il rischio dell’abbandono del Sogno é che dovremo dar ragione alla compianta Oriana Fallaci mutando il nome Europa in Eurasia.
riccardo diasparro
(*). (a questo indirizzo, si può consultare quanto stabilito dalla riunione sulla tutela dei confini dell’Unione Europea. http://www.frontex.europa.eu/newsroom/news_releases/art104.html

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