Religione e Politica

Aprendo un contenzioso tra coabitanti di un unico terreno. Del quale una parte ricade sotto la responsabilità di uno di loro. Ponendo che su di esso si trovi una fonte dove entrambi vanno a dissetarsi. Come negoziare senza chiedersi quale sia l’origine del conflitto, se la terra o la fontana. Un bene dal valore aggiunto per altre comunità. Traslandone il significato alla diatriba tra Ebrei e Palestinesi, in Israele. Ove, sia Gerusalemme, la sorgente, non d’acqua ma di spiritualità per tutti i credenti Mussulmani, Sionisti e Cristiani. Con la probabilità di essere il pomo della discordia se lasciata al privilegio di uno solo. Ed allora tra le due, trattare per una soluzione definitiva della secolare disputa oppure trascurare la sacralità del luogo. Da valutare, per evitare scenari già noti. Negli attuali, primeggia la divisione interna Palestinese, che solo libere elezioni potra’ chiarire. Punto di partenza dell’itinerario da percorrere per una pace che si chiami tale, tra Giudei e Arabi in Terra Santa. Ed il resto del mondo stà alla finestra, osserva le mosse del Presidente Barak Obama, Nobel per la Pace. Sarebbe ora che si conoscessero le opinioni di tutti, perché il 2012, è alle porte.
Pubblicato sul WEB del Gazzettino il 23/03/2010

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