take it easy

LA BASE, VICENTINI, “TAKE IT EASY”.La protesta è un’opinione come tale, da rispettare, al contrario del pseudo- pacifismo di alcuni dei manifestanti che hanno cercato di creare disordine. Un dissenso all’insediamento USA che non ha più ragione dal momento che le decisioni sono state prese dal precedente Governo, confermate da quello in carica. Piuttosto si spera che Vicenza colga l’occasione di iniziative, sodalizi e quant’altro possa essere utile per la familiarizzazione tra i residenti e la comunità militare Statunitense. Un compito complesso ma non impossibile che consentirà di smussare quegli angoli ancora acuti tra i dissidenti trainando gli agnostici con l’euforia dei favorevoli. Aldilà di questo viene spontaneo chiedersi, a cose fatte, come mai sia il precedente che il governo attuale, di concerto con le Autorità locali, non abbiano pensato di domandare ai cittadini il gradimento di Forze Militari in città prima delle decisioni. A prescindere dalla foggia dell’uniforme e dal Paese di appartenenza, i soldati, tra di loro, hanno molti punti in comune. Ed a chiarimento, nel caso l’avessero rifiutata, ricercarne le motivazioni poiché il loro atteggiamento avrebbe dovuto sconsigliare ogni impegno con Forze Armate, per giunta straniere. In caso di gradimento, invece, riconsiderare che al posto dei soldati USA in un comprensorio di così vaste proporzioni poteva starci, tutta, una Brigata multinazionale Europea. Essa avrebbe apportato il duplice vantaggio, l’utilizzo di fondi e capitali ad hoc della Comunità, aumento del potere d’acquisto sul mercato di Vicenza, per la presenza del personale e loro familiari. Di più, porre la prima pietra per un Corpo d’Armata per l’Europa a corollario della Sua difesa, a tutt’oggi disattesa. Le crisi ricorrenti nell’ambito della strategia globale impongono questa scelta per l’economia delle risorse sia umane che finanziarie dei Paesi Comunitari. Non per ultima, l’adozione di una politica Estera e Difesa Comune, per le risposte da dare ai Teatri Operativi, non per ultimo, il confronto, alla pari, con Stati Uniti ed altre Potenze Mondiali. Qualcuno si chiederà a che cosa serva la NATO. Essa non è l’Europa sebbene nel Suo ambito ci siano Paesi che appartengono alla Prima. La campagna in Afghanistan è diventata la Sua ragione d’essere dopo la caduta del muro di Berlino. Di contro, il Suo Mantenimento diventa sempre più incompatibile con tutte le altre esigenze dettate dall’ultima crisi economica mondiale. Sebbene all’epoca del progetto della base vicentina, l’economia filasse, della difesa Comune Europea si è sempre discusso senza concluderVi nulla. Germania e Francia hanno precorsi i tempi ed autonomamente hanno costituito un Comando di stanza in Alsazia, meno vuoto di Eurofor, in Italia. Non illudiamoci, gli Stati Uniti attraversano un periodo di recessione economica così come l’Europa, essa li consiglierà di valutare tra i tagli da apportare anche quelli del mantenimento per le loro Forze Armate. Non escludendo tra le meraviglie la riconsiderazione dell’esigenza per la superbase a Vicenza. Idea scaturita ai tempi di quando lo Zio Sam si ergeva a guardiano della Democrazia Mondiale. Oggi pur riconoscendone lo Spirito e la Volontà al Suo Presidente Barak Obama gli potrebbe mancare l’ossigeno, in termini di soldi. Persino l’Operazione in atto in Afghanistan, ha tutta l’aria della vigilia di un Loro prossimo disimpegno Internazionale, dopo quello posto in atto dall’Iraq. Speriamo che i Nostri non assentirono, al “Dal Molin” pensando di poter riempire, con i soldati Americani, il “gap” della Difesa Europea. Potrebbero aver fatto male i conti. Passatemi un celebre detto quello che “Le brache dobbiamo tirarcele su da soli”. Ricercando le soluzioni nel contesto Europeo, ponendo insieme il meglio e mostrandoci all’alleato Americano affidabili così come Lui ci appare adesso. C’è una crisi Medio-Orientale che stà montando essa sarà un altro banco di prova della Politica Unitaria Europea e quella della Difesa non è da meno. Mi sbaglierò, in ogni caso, per i giochi già fatti, pregiati ed ingenui manifestanti provate a risponderVi se valesse la pena mobilitarvi per una contestazione fine a se stessa.Riccardo Diasparro

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