Lettera aperta al presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe
Sig Presidente,
complimenti per il Suo compleanno ed ai relativi festeggiamenti degni di quelli celebrati per l’insediamento di Barak Hussein Obama a Capo degli Stati Uniti d’America. Il quale però si stà prodigando per dare lavoro ai suoi milioni di concittadini disoccupati. Presso il villaggio di Masaiti, ho una figlia adottiva, Mable per la quale da quasi dieci anni sottoscrivo un piccolo contributo mensile a seguito di una proposta che l’organizzazione “Action Aid” mi sottomise in tal senso. Non desidero farLe i conti in tasca su quanti ne potrebbe sostenere Lei con il denaro speso per la Sua Festa. La esorto soltanto a dedicare almeno un 20 percento di quella somma donandolo sottoforma di aiuti umanitari. Cose utili, farmaci, ambulatori di pronto soccorso, generi adatti ad alleviare le sofferenze delle innumerevoli vittime del colera che appesta il Suo Popolo. Le raccomando soprattutto la vita dei bambini come Mable la loro gioia diventerebbe anche la Sua visto che ha l’età da nonno. Noi Europei ed Italiani in particolare, potremmo avere qualche colpa sulle condizioni dell’Africa di oggi. Ma Lei non potrà dire che ci manchi il cuore come il mio e di tanti Connazionali che hanno adottato i bimbi del Suo Paese. Confidiamo di intenerire anche il Suo che è nato là, conosce meglio di noi la situazione, di certo non Le mancheranno gli strumenti per un accertamento accurato al quale fare seguire l’aderente sforzo dello Stato. Le auguro di vivere ancora per molto senza essere a capo di una Nazione di morti per epidemia. Le confesso che non gradirei essere al Suo posto neanche se mi pagassero a peso d’oro. Non credo di essere il solo a pensarla in questo modo, persino Barak Obama, il Presidente degli Stati Uniti concorderebbe, ne sono sicuro.

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