Un racconto di un altro Natale(2021)
Avevo deciso di invitarlo a casa mia ma poi mi sono chiesto chi fossi io da pretendere che uno, appena conosciuto, si facesse 7 km in bici, per giunta, in una giornata fredda, venire a pranzo e magari mangiare di malavoglia. Lo chiamerò Dick per preservarne la sua identità con il quale ho condiviso sfoglia brisè con zucchine e gorgonzola, cappe sante, pasta al forno, pesce e un panettone, che ha orgogliosamente ha rifiutato con la frutta dicendomi che glieli avevano regalato al supermercato dove aiuta le persone a riporre i carrelli ed a portare la spesa in auto. Ha due figli in Nigeria, entrambi adolescenti che vivono con la loro madre è da circa sei anni in Italia, conosce Napoli dove ha soggiornato per diverso tempo prima di venire in Veneto a cercare lavoro. Ha frequentato un corso di lingua, comprende l'Italiano e parla anche Inglese , ha più di quarant'anni ma ne dimostra almeno dieci di meno. Dick è di religione cristiana ed a proposito mi ha raccontato delle angherie su innocenti di fondamentalisti musulmani , probabilmente i Boko Aran. Vicende note anche attraverso i media , crimini commessi contro studentesse, bambini , perpretati per tenere alta la tensione sulla maggioranza della popolazione. Alla domanda perchè avesse abbandonato il suo Paese mi ha sorriso e mi ha raccontato della difficoltà per coloro che dissentono dal regime corrotto dei governanti.L'ho incalzato chiedendogli il perchè non osino ribellarsi, prendendo esempio da Nelson Mandela, invece che rischiare la vita nel deserto. Ed a tale proposito non si dirigessero verso il Sud Africa, terra e Nazione dove la democrazia sopravvive. Ha nuovamente sorriso asserendo che la politica dell'apartheid, dopo la morte di Mandela, è deceduta con Lui. Adesso collego la notizia dalla quale oggi ho tratto spunto deducendone che oggi si pone la pietra tombale sia per le esequie dell'arcivescovo Tutu(°) quanto, sulla libertà conquistata dai negri sotto il grande Nelson. La casa del mio interlocutore è ai limiti territoriali di una cittadina, poco distante da qui, circondata da tre quarti da campi dove la nebbia di questi giorni regna sovrana. La condivide con altri che al momento della mia visita non c'erano, nella sua camera c'è un letto, un piccolo armadio ed un attrezzo da palestra, il quale sembra avere un'altra storia, quella di una sfortunata perdita di proprietà. Paga 250 euro mensili, il bagno è in comune e devo ammettere, per averlo usato che, in quel momento, fosse a abbastanza in ordine. Dick è un bravo immigrato e probabilmente diverrà un buon cittadino italiano, forse il soggiorno a Napoli lo ha abituato ad usare gentilezza e cortesia con tutti. Probabilmente uno dei motivi che gli hanno meritato il contratto di lavoro per un anno presso una ditta di una cittadina vicino Montegrotto. Preso da entusiasmo, mi ha detto con amarezza, che si è rivolto ad una scuola guida sanpietrina, per frequentare il corso e conseguire la patente. Mi dice che l'impiegata la quale lo ha ricevuto, pur capendo la sua richiesta rivoltagli in italiano, gli ha negato l'iscrizione esortandolo ad imparare la lingua prima di iscriversi. Singolare dato che dimostra di conoscerla visto che dimora da sei anni in Italia Continuando la conversazione ho chiesto curiosamente notizie sulla sua traversata del mediterraneo a bordo di un barcone. Circa cinquanta persone, il grumo , misto tra uomini e donne con il quale ha navigato, salvato dalla Marina Italiana prima che affondasse. Sbarcato in in un porto della Sicilia da qui poi è stato trasferito a Napoli. Particolarmente mi ha accennato alle traversie subite in Libia. Chissà perchè la sua descrizione mi ha richiamato in mente il film il ponte sul fiume kway, solo che in quel campo di prigionia c'erano solamente uomini. Rinchiusi come bestie, dopo aver transitato con mezzi di fortuna il deserto. Ai bordi del quale prima di inoltrarsi all'interno di esso, stranamente, passano per i check point, tutt'ora presidiati dall'esercito francese. In che modo si imbarcato sul quel barcone, mi ha spiegato che sono gli stessi libici a deciderlo se qualcuno paga per ciascuno dei disperati. A lui è costato circa mille dollari quanto poi sia andato ai trafficanti e quanto a ai carcerieri non è dato a sapersi, resta il fatto di considerarsi fortunato rispetto a quelli che per problemi vari inclusi di salute vengono eliminati anche fisicamente. Di lì a spiegarsi il perchè arrivino soltanto giovani o persone in forza, anche un profano lo intuirebbe. In Nigeria ci sarebbero limitazioni ad usufruire delle risorse quali il petrolio, le miniere d'oro e quelle di metalli quali il litio e terre rare, d'utilità per batterie e computers. Eppure gli imprenditori cinesi, a detta di Dick, hanno trovato il modo di evadere le leggi corrompendo chi dovrebbe controllare. Qualche volta, per giustificarsi, assumono qualcuno del posto, in genere raccomandati dagli stessi corrotti ma la maggioranza sono persone fatte arrivare dalla Cina. Lungo il racconto, ho riflettuto che questo COVID e tutte le sue vicende mi hanno distratto da quanto accade nel mondo. Mi stavo passando l'appetito e diminuendo la soddisfazione per un Natale diversamente attivo. E così le considerazioni sono venute spontanee e ritengo siano comunemente quelle ciascuno di Voi trarrebbe se direttamente riceveste queste informazioni. Tra tutte una sotto forma di una domanda scaturite anche da esperienze vissute nei trascorsi, in servizio attivo, nell'Esercito. Ovvero, le Nazioni Unite, dove anche chi vi scrive ha prestato la sua opera di militare osservatore e del congresso delle Quali anche la Nigeria fa parte(*), mancando gli osservatori, cosa impedisce di assumere informazioni da queste persone sulle loro sofferenze. Forse, nell'incertezza della risposta, anziché dibattere il problema solo sulla punta dell'iceberg se ne parlerebbe e probabilmente si analizzerebbero le soluzioni partendo dalle origini , nell'esame delle sue radici . --riccardo diasparro
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(°)www.rainews.it/dl/rainews/media/Addio-Desmond-Tutu-
apartheid-al-Nobel-primo-arcive
(*) il primo comandante della mia missione ONU , in Medio Oriente era un generale Nigeriano.
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