Network & tallone d'Achille
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Lo abbiamo tutti , anche chi crede di esserne aldisopra, se Ettore lo avesse colpito Troia sarebbe stata risparmiata, Priamo avrebbe fatto a meno di reclamare in lacrime, l'onorata sepoltura del suo figlio prediletto. Aivoglia la PNL dei formatori nel ribadire che i punti di debolezza debbano essere trasformati in altrettanti di forza. Ieri sera dopo più di due anni ho varcato la soglia di una sala cinematografica con la mia figliola, per assistere al film Encanto. L'argomento dei talenti, quelli che nella vita di ogni giorno, ciascuno di noi possiede, in latenza e talvolta disconoscendone il valore e la specie. Una donna capostipite , rimasta vedova del suo povero marito, sacrificatosi per difendere lei ed i suoi tre gemelli dati alla luce, aveva costruito su quell'atto d'eroismo tutta la sua vita. Una casa come simbolo dove viveva tutta la sua famiglia, nel frattempo allargatasi. Tronfia nel reputarsi l'artefice del successo aveva fatto del culto dei talenti una sua ragione di vita, tramandandoli, di padre in figlio. .Fino a quando la nipotina Mirabel, ritenuta priva di talenti, con umiltà la mette di fronte alla realtà. Le fa riscoprire innanzitutto suo figliolo Bruno, costretto a nascondersi in quanto ritenuto buono a nulla. Rimane nella sua opinione fino a quando, allegoricamente , la casa, monumento alla grandezza e benessere, crolla su stessa fortunatamente senza fare vittime sotto le sue macerie. Solo allora la Nonna riconosce le sue colpe nel denigrare sua nipote e ripudiare Bruno, suo figlio. Da il merito ad Mirabel di possedere il talento della capacità di mediazione. Quello , a mezzo del quale , nell'ambito della famiglia, torna in totalità la rappacificazione. Così con l'aiuto di tutti la casa sarà ricostruita nuovamente, questa volta con la consapevolezza che tra i suoi conviventi si rifugga dalla disparità. Quanti bambini, oggigiorno, possano riconoscersi nel personaggio di Mirabel, è un dato che difficilmente si potrà stabilire così come quelli che tra gli adulti, con il loro atteggiamento, impediscono a bimbi ed adolescenti come lei di sviluppare le loro capacità anzi, complottino affinché rimangano inespressivamente. La didattica a distanza, lo smart working ha concorso a far calare una specie di velo acuendo le maschere che ciascuno di noi, già in tempi antecovid, indossava per convenienza, supponenza o timidezza. Oltretutto ci ha regolarmente autorizzato ed obbligato alle mascherine per la profilassi anticontagio. Ce le togliamo solamente per assumere atteggiamenti che addomestichiamo virtualmente per intessere un dialogo o relazione con terzi sia che essi siano conoscenti oppure sconosciuti. Eppure ciascuno di Noi ha qualcosa che possa compararsi al retro dei piedi del Pelide. Quanti si potranno correggere o nascondersi nell'intento di evitare di esserne vittime. Tra questi si celano coloro che si ergono a censori dei propri simili, quelli che approfittano della cortina di fumo dei social, per inveire, minacciare, tentare di mobbizzare o bullizzare pronunciando sproloqui ed anatemi nei confronti di tutto e tutti. Nell'immaginario, verosimilmente, ciascuno di essi, come, l'eroe Omerico, è su quella biga, la quale trainata da uno stallone, trascini un cadavere intorno alle mura di una città. Dove assistono, quelli che per timore di reagire o per indifferenza si beano dello spettacolo, osservandolo, con asetticità dall'alto degli spalti. Miseri i quali vivono nell'illusione che quello del quale sono testimoni conceda loro l'alibi di astenersi come se appartenesse ad un altro mondo. Neanche lontanamente immaginano che l'oltraggio compiuto su di un cadavere, per ostentare gloria e terrorizzare gli astanti riguarda anche la loro dignità. Basterebbe pensassero all'.imboscata nella quale cadde la maggioranza dei troiani malgrado la previsione di Cassandra. Quella del cavallo di legno formato gigante, ritenuto il regalo d'addio degli alleati di Agamennone. E' vero che Enea, primo profugo che la Storia nostrana ricordi, sarebbe rimasto a Troia anziché contribuire con Romolo e Remo a fondare Roma . Lo è altrettanto quello che nel reality c'è sempre un Ulisse, il quale, confidando nelle debolezze dell'audience tende tranelli dai quali poi difficilmente, ci si possa sottrarre evitando crolli spesso dall'irreparabilità quelli, dei quali, la rete ha la sua parte di complicità. r.d.
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