CARO AMICO TI SCRIVO
veterani |
Un amico mi ha chiesto che ne sarà delle Associazioni i d'Arma quando si spegneranno gli echi della prima guerra mondiale che hanno caratterizzato questi ultimi quattro anni.
Carissimo
ti ringrazio per avermi coinvolto con questa tua domanda perchè la cosa stà a cuore anche a me. Alpini, Artiglieri Autieri, Bersaglieri, Carristi, Paracadutisti, Trasmettitori, scusate se ometta qualcuno solamente per brevità, essi rispecchiano quello che è il clima della nazione ed in parte quello dei Corpi dove hanno prestato servizio. Se l'Italia invecchia a maggior ragione lo è Assoarma comprendendo in questa tutte, tra le quali l'ANA che cavalca l'onda del ripristino del servizio di leva. Quello che il ministro delle Difesa, Signora Trenta, attualmente riconosce solo come segno di romanticismo. Come ben sai la coscrizione obbligatoria è stata sospesa dall'allora Ministro della Difesa Martino con una mozione a firma dell'attuale Presidente della Repubblica, allora senatore della Medesima. Una scelta dettata dalla proiezione che all'epoca si fece, sopratutto sulla crisi delle nascite e quindi del serbatoi di giovani da chiamare alle armi, indovinandola. Ma le motivazioni erano altre, tutti le sottacevano perchè come spero tu ricorderai ed io in servizio ne constatai l'evidenza, c'erano correnti sinistroidi radicali che spingevano a che il servizio militare obbligatorio fosse sospeso. Primo fra tutte il mutato scenario dopo la caduta del muro di Berlino e contemporaneamaete quello dell'unione delle repubbliche sovietiche. I più gridarono al disarmo perchè dicevano ritenevano superflui i soldati a Nord Est d'Italia e così si depauperarono le caserme, con la moda di extranumero, già anni prima che si sospendessero i reclutamenti. Tant'è che le caserme del Sud Italia per un certo periodo scoppiavano di soldati mentre dove un tempo c'erano i confini con la cortina di ferro, stentavamo a fare guardie alle polveriere ed alle infrastrutture. Nel frattempo si liberarono i varchi istituendo una libera circolazione se pur solamente ed inizialmente con alcune limitazioni. Angioni resta l'unico generale italiano che sfidando l'opinione pubblica e favorito dal fatto che nessuno dei suoi pari grado avesse accettato quell'incarico, per il Libano, osò comandare militari di leva se pur sorretti dal nocciolo duro costituito dalla" Folgore". Fu fortunato perchè l'unico morto fu un marò che ebbe un malore mentre era in licenza a casa, seppe mostrare i muscoli senza compromettere vite umane quasi come la crociata di Federico secondo di Svevia. Nonostante questo, lo promossero, gli diedero un corpo d'armate da comandare , quello di Milano, il 3° però fece il Segretario generale degIi armamenti carica prestigiosamente amministrativa e controllata politicamente ma distante da incarichi di comando quali quelli capo di stato maggiore sia dell'esercito che Egli meritava quanto della Difesa che all'epoca era paritetico, primus inter pares(*). Il volontariato è ormai una realtà che bisognerà accettare, istituire la leva perchè oltre alle motivazioni che da più parti se ne adducono, come ad esempio quelle di costituire un legame tra giovani ed istituzioni, collante per ritrovare il significato della parola Patria, sulle quali concordo pienamente, contrastano con la modestia delle risorse a disposizione e l'elevazione della tecnologia dell'armamento in dotazione. E per armamenti si intendono oltre alle armi, quelle che sputano fuoco, anche attrezzature, automotomezzi e mezzi corazzati, cingolati, anfibi, apparecchiature di precisone per il tiro e materiale per la guerra Nucleare Batteriologica e Chimica ed Elettronica, mezzi del genio e trasmissioni. Capirai che l'esiguità di risorse del nostro bilancio del quale ancor oggi si discute con nocumento con l'UE, il rischio, nonostante l'emancipazione, attualmente, dei giovani, supera il beneficio di una ferma breve. Nemmeno regge la motivazione di dal loro lezioni di vita o di educazione perchè in questo caso significherebbe il fallimento della Famiglia e della Scuola. Magari questi crolli si stanno verificando ma sperare di superarli con l'imparare a maneggiare un fucile o conoscere i rudimenti della disciplina, montare o smontare una tendopoli, mi sembra sia un controsenso. Che sia più fruttuoso un volontariato civile gestito a livello regionale piuttosto che nazionale per supplire alla mancanza delle istituzioni in alcuni settori, dalla sanità ai beni culturali, sostegno per disabili ed anziani piuttosto che far loro indossare un uniforme usa e getta. Senza trascurare per tutto questo che potrebbe essere d'utilità per coagulare il panorama multiculturale, multireligioso e multietnico che in Italia si và delineando che sarà quello con il quale i nostri figli o nipoti si ritroveranno tra poco più di un decennio. Quello sul quale certa politica ha costruito, ha agito e sta continuando a far presa sulla pancia di molti italiani, aggiungendo nel nostro interno motivi di livore assieme ai rigurgiti di meridionalismo ed antimeridionalismo ante litteram. Eppure durante il fascismo in Africa orientale abbiamo reclutato indigeni ma la Storia mio caro amico la conosciamo in pochi intimi. E poi il personale in Armi di ogni grado, arma , rango, grado e specialità cosa pensa delle Associazioni d'Arma, loro che per condizioni, strategia, ambiente e tipo di target come quello delle missioni internazionali, si ritengono diversamente ed a ragione, differentemente da noi del così detto ancient regime, tra virgloette, quelli dell' adempienza sulla soglia di Gorizia. Dal mio punto di vista mi sembra ci tollerino, ci sono le debite eccezioni alle quali fa piacere che ci si ritrovi nelle cerimonie e commemorazioni come quelle della prima guerra mondiale, appena concluse. Cosa accadrà prossimamente quando di Caporetto e Vittorio Veneto forse si parlerà verosimilmente sui libri di storia. Scrivo queste ultime righe con mestizia nel cuore perchè se mancasse il collegamento tra esseri umani, quelli in servizio ed in congedo finirebbe ogni legame. Fermo restante la speranza di vita esso potrà rinnovarsi come è attualmente quello tra di noi adesso ma in futuro quando dopo il congedo si ritroveranno i reduci di questa o quella missione, attualmente in servizio, Noi, saremmo fuori. A questo forse i grandi capi delle Associazioni che si prodigano per aggregarsi alla protezione civile ed al tessuto sociale delle città dove risiedono sezioni e gruppi, forse sono lontani ad immaginare ciascuno il futuro della propria. Chissà se considerano quale potrebbe essere il peso che potremmo rappresentare elettoralmente. Con il quale puntare come un'ultima missione al supporto dei nostri fratelli in servizio, per il benessere, il trattamento economico, il tempo libero ed il possibile sostegno alle loro famiglie. Tutto questo prevederebbe la nostra capacità di superare le barriere del cappello, basco e suoi colori o chepì, i quali anziché essere motivo di divisione diventino strumenti di unione. Da indossare nelle cerimonie, ufficialmente come riconoscimento ma inquadrati senza distinzione che nell'ordine d'altezza, come in Gran Bretagna e Stati Uniti, solamente in una squadra, plotone, compagnia, battaglione e quant'altro definendoci semplicemente veterani. Con modestia penso potrebbe essere la sfida per le associazioni d'arma del domani mentre al di là o di quà di essa intravedo solamente del buio.
Ti auguro per queste festività buona vita a te ed alla tua famiglia.
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Attualmente con una legge appositamente voluta, a suo tempo, da un Ammiraglio, capo di stato maggiore della Difesa, Venturoni , il Capo di SMD è salito di livello divenendo il capo dei capi)
http://www.edizionieuropee.it/LAW/HTML/23/zn46_08_488.html
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