INTERAZIONE O INTEGRAZIONE
Oggi anniversario per la fine della peste a Venezia, ho camminato in pellegrinaggio per celebrare l’avvenimento del 1631. I sopravvissuti della Serenissima costruirono la Chiesa delle Madonna della Salute, nell’entroterra si ringraziò con i Santi che ciascuna cittadina venerava. A Montegrotto dove nell'antica chiesetta in piazza denominata oratorio, è custodita la Madonna nera, per ringraziamento si promosse una processione portandola a spalla con i Santi Luigi Gonzaga, Eliseo, San Sebastiano, San Rocco fino al Santuario della Madonna della Salute di Monteortone(1435 ricostruita e riconsacrata dopo un incendio il 1495), frazione di Abano Terme. Questa è stata la terza volta da quando risiedo tra i Sanpietrini che partecipo all’evento. I canti e le letture accompagnano sia all’andata che al ritorno il cammino dei pellegrini. Al Santuario, tra i due viaggi, nell’intervallo e sosta, si tiene la messa solenne che richiama insieme ai locali, forestieri e turisti i quali si mescolano diventando all’uniscono fedeli. Se il tempo è clemente come lo è stato quest'oggi malgrado una leggera foschia mattutina, la fama dell’evento attira sempre più gente dell’anno precedente. In quanto a me mi sono domandato cosa abbia influito affinchè vi aderissi visti i miei dubbi che inizialmente avevo per inserirmi nel tessuto sociale della cittadina. Con questi presupposti mi sono chiesto cosa intendano quelli che definiscono il solo stare insieme un passo dall’integrazione a riguardo degli extracomunitari sia essi profughi da disgrazie e guerre che per coloro in cerca di speranze e benessere. Eppure nel mio caso coesistono dei punti comuni quali ad esempio, religione, rispetto delle istituzioni e comunanza di lingua, rafforzati dal matrimonio con una donna del luogo ed il ridiventare padre di una bimba neocittadina. Ma in quelli che accogliamo tutto questo è il risultato di un processo che richiede del tempo il quale se pur accelerato dai mezzi e media moderni tutto potrà definirsi fuorché integrazione. Ancorpiù se indugino a parlare lingue o dialetti delle loro terra , mangino e si cibino tradizionalmente ispirandosi alle loro usanze alimentari o selezionino le amicizie. Tutte azioni che fanno parte del loro background culturale le quali se condotte con discrezione e rispetto delle leggi mettono in risalto le diversità di razza ed etnia’ e tradizioni. Se agissimo forzatamente nella conversione verosimilmente quest'ultima darebbe luogo ad effetti contrari pieni d'incertezza. Sono 6 anni che vivo a Montegrotto e solo oggi mi viene spontaneamente questa riflessione dubitando se posso considerarmi un integrato o meno. Da esse posso dedurre che le polemiche che da opposti lati si fa sulla disamina spesso traggono principalmente origine da una delle due e cioè, paura dovute all'ignoranza o faciloneria nell'affrontare il problema senza approfondimenti. D'altronde sperimentando su me medesimo, ancora oggi nutro qualche dubbio sulla mia completa integrazione come può quest'ultima, realizzarsi in persone provenienti da altre latitudini o abitudini. No di certo con promesse da accattivarsene la simpatia nè demonizzandoli agendo sulla paura degli Italiani per gli stessi scopi. La via è quella di frenare già al nascere gli esodi avendo cura che quelli che nel frattempo sono stati accolti abbiano celermente l'opportunità di lavorare e si sistemino rapidamente. Questa opera deve essere condotta da operatori, con doti di sensibilità e costanza, i quali opportunamente formati siano in grado di guidare e accompagnare nel processo evolutivo gli aspiranti alla cittadinanza. Che sia il caso di accertarsi se le cooperative che attualmente svolgono questi compiti abbiano il personale addestrato all’incombenza. All’ uopo ci sono gli psicologi ed avvocati di strada professionisti che si prendono cura delle problematiche e sono a disposizione per formazione ed assistenza. Inoltre ci sono delle ONLUS che organizzano corsi di formazione per operatori di intermediazione culturale, meglio se alla loro frequenza si avviino i medesimi , tra i più volenterosi, di coloro con i quali si vuole interagire.
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