L’ITALIA DEI COMUNI CON LE STELLETTE

Compie settant’anni, nel mio vissuto ricordo  gli  anni dell’adolescenza quando  ho visto  demonizzare tutto quello che potesse in qualche modo richiamare i trascorsi del Fascismo. Sport, canti patriottici, uniformi e parate con proclami, l’inno nazionale  nelle scuole all’inizio e fine lezioni. Veniva tacciato di fascista persino quel professore di ginnastica che esigeva di insegnare la propria materia. Mentre i conformisti  trasformavano  le ore di educazione fisica in tempo libero per studenti o se medesimi sfruttandone la programmazione solitamente negli ultimi periodi delle lezioni. Poi dopo il boom economico degli anni 60 è arrivata la crisi  del 68 e con esso il sei politico a scuola ed il 18 all’Università. A quell’epoca sia da sinistra che da destra,  c’erano molti pseudopoliticanti e pochi teorico-praticanti. Di certo  all’epoca c’erano giovani, poi cresciuti in seno ai partiti, i quali s’intendevano di politica a tal punto da diventare  ministri o sottosegretari nei governi. Questi dal 1946 al 2008, sono stati poco più di  62  in  62 anni.  Arruolandomi nell’Esercito, mi hanno fatto giurare  quattro volte, una da soldato allievo, da sergente, da sottotenente di complemento e poi nel pari grado  in servizio permanente. Al principio  alle parole giuro di essere fedele alla repubblica Italiana , si aggiungeva “ ed al Suo Capo”, poi la formula fu sostituita da quella tutt’ora in vigore. Verosimilmente  temevano che qualche Presidente della Repubblica si sentisse veramente un Capo.  Sarà stato per questo forse che l’Onorevole Craxi, espose il quesito su chi dovesse comandare in caso di guerra. Tutto questo accadeva in un scenario con schieramenti tra paesi del Patto Atlantico, NATO  e Quelli del Medesimo di Varsavia, URSS. Nel frattempo intere generazioni di giovani con sana e robusta costituzione si avvicendavano a prestare il servizio militare obbligatorio, passato da quindici a dodici mesi. Nei primi anni,  di prima nomina, molti  provenivano dal profondo  Sud come me che scelsi un Reparto del Nord Est. Nel Friuli Venezia Giulia dove, con capoluogo la Soglia di Gorizia, questi era ritenuta la frontiera più Orientale dell’Alleanza Atlantica. Spesso tali distanze erano complici di temporanei fidanzamenti e talvolta ci scappava anche qualche pargoletto costringendo a matrimoni riparatori, con recalcitranza. Nei bar e nelle  piazze c’erano più soldati che cittadini, anzi quest’ultimi, cedevano spesso il posto ai primi talvolta con rassegnazione, altre con risse quasi sempre interrotte dall’arrivo delle ronde. Queste di composizione  variabile a seconda dell’importanza e del numero di caserme, avevano due diverse formazioni, quelle composte da due militari anziani ed un sottufficiale,  sergente o serg, maggiore, altre nelle quali, con i due militari di leva, c’era un appuntato o vice brigadiere dei Carabinieri, i Quali un tempo erano parte dell’Esercito.  Queste ultime avevano un mezzo per muoversi con conduttore, le altre, appiedate, in luogo dei cellulari o satellitari moderni, avevano il gettone, per telefonare all’ufficiale di picchetto della caserma, dai telefoni pubblici, delle cabine e locali.  Sul posto arrivava con la campagnola, o mezzo di servizio il sottufficiale o graduato del picchetto armato, forza sempre a disposizione per pronto impiego. A quest’ultimo talvolta si accodava  l’autoambulanza sulla quale c’era un aiutante di sanità, per le  incombenze del caso. Poi ci furono le proteste delle mamme, soprattutto quelle del Sud, il loro lamento fu lento ma al pari di quello dell’asino  raggiunse il paradiso. E così i politici del tempo sensibili alle  problematiche dei militari di leva, serbatoio di voti, concedettero sia l’abito borghese in libera uscita che  lo svolgimento del servizio a non più di trecento chilometri , ridotti a 150 nell’ultimo periodo, da casa. Fu così che le caserme del Nord si svuotarono, qualche reggimento diventò battaglione, qualche altro si sciolse come neve al sole, al contrario di quelle  del Sud dove cominciò il sovraffollamento.  Nel frattempo ci pensarono Gorbachev e Papa Giovani Paolo II a dare il colpo di grazia al Comunismo, ed alla Forze Armate Italiane. Infatti nel 1989, ci fu il disgelo e con esso la smobilitazione che condusse alla sospensione della  coscrizione obbligatoria ed il successivo passaggio al servizio militare volontario. Al primo concorso per  settecento posti di volontari da inserire nelle unità Alpine, si presentarono più di mille candidati. Di questi la maggioranza  era delle  tre regioni generatrici, Sicilia, Campania e Puglia, pochi dal centro, uno solo dal Trentino Alto Adige. Oggigiorno il numero dei posti è calato paurosamente così come si è elevato selettivamente quello delle selezioni. Molti giovani , indipendentemente dal luogo di residenza o nascita, desidererebbero fare i volontari, pochi gli eletti a poterlo realizzare. Quest'anno sfileranno anche i sindaci quasi a voler  richiamare l’attenzione sul campanile di ogni  città d’Italia. Che si voglia chiedere rinforzi direttamente dalle cittadinanze per un rimpiazzo dei soldati ridotti di numero a causa della spending review, chissà ai posteri l’ardua sentenza. Buon compleanno.

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