CORRERE o PERCORRERE


Ecco che compare da una strada laterale e si posiziona dietro la mia auto, nel frattempo vedo che la striscia di mezzeria è tratteggiata, mi appresto a sorpassare osservando che, di fronte, non sopraggiunge nessuno. Compiuto mi rimetto in fila, quand’ecco che il SUV nonostante la linea sia diventata intera e ci sia il divieto, lo compie a sua volta rischiando una collisione con un auto che marciava in senso opposto, rientrando, dopo altre quattro davanti a noi, tanto  da provocare una frenata a catena. Una delle tante viste l’altro ieri, percorrendo  più di settencento chilometri su di un itinerario di strade statali, regionali ed autostrade tra Veneto e Lombardia, sia in  pianura che montagna. A che serve invocare Forze dell’Ordine, regolatori di velocità o autovelox, per i quali, le amministrazioni di molti paeselli e villaggetti, si svenano pur di arrotondare le entrate comunali.  In verità non sarebbe sufficiente nemmeno un poliziotto per ogni Italiano con la patente sia perchè ne hanno sospesa l’assunzione a causa della spending review, che per la confidenza la quale, probabilmente, si instaurerebbe tanto da edulcorarne la vigilanza. Eppure quando per lavoro o diporto ci rechiamo all’estero nei Paesi  Europei, notiamo subito la differenza nel comportamento tra Noi e Loro sulla strada. Intelligentemente ci adeguiamo, al rientro in Italia ci beiamo  nel raccontarla per poi  riprendere a fare il comodo nostro dopo meno di ventiquattr’ore. Durante la Primavera Inverno del 2013 con la sezione degli Autieri in congedo di Padova, volontariamente, assumemmo la responsabilità di una iniziativa patrocinata dal Ministero dei Trasporti e diffusa dalle Direzioni Generale e Regionali. Denominato PROSESS, era destinato agli alunni delle ultime classi  delle primarie, per Noi fu scelta la scuola Bianchi Buggiani di Monselice. Fu così che cooperammo con gli insegnanti proponendolo sotto forma di gioco e racconto fino al 30 maggio dello stesso anno. In quella giornata con la collaborazione della Polizia locale simulammo dei percorsi nel cortile della scuola per mettere in pratica quello  che avevamo proposto nelle classi, con gran divertimento di grandi e piccini.  Nello svolgimento si convolgeva anche la famiglia  dei piccoli con dei semplici quiz per comprendere anche  il punto di vista degli adulti sui principali temi della sicurezza stradale, ma fu solo un esperimento. Un vero peccato poichè se è vero che taluni comportamenti o deviazioni della psiche, dipendono dai traumi dell’infanzia, altrettanto può essere positivamente assimilata una formazione nella materia sin da quell’età. Cosa ne direste di ufficializzarne l’insegnamento da proporre sin dall’ultimo anno di scuola materna esteso all’adolescenza. Quella durante la quale i giovani si cimentano negli esami per le licenze di guida delle moto. A regime della stessa, valutare che sostengano, facoltativamente, gli esami per la patente d’auto a sedici anni compiuti  con le medesime limitazioni, oggigiorno,  in vigore per i diciottenni.  Che strana sensazione ebbi quando quella coppia di poliziotti locali, un maschio ed una femmina, mi recapitarono la patente a domicilio, sospesa per un mese con una multa di  trecento euro. Sentimenti misti di frustrazione e costernazione, quando mi ricordarono che per i tre successivi  avrei dovuto usarla solo dalle 07,00 alle 22,00. Fu un eccesso di velocità elevatomi da due vigili con il laser, nelle vicinanze di un paese della cintura trevigiana, su di una strada locale, deserta, a mezzogiorno, a 90 all’ora anzichè a cinquanta,  guidand un’auto che, a quella velocità, era come star fermo. Ricordo, in quel periodo, partecipai ad una cerimonia di commemorazione dei caduti di Nasserya, a Jesolo, noleggiando e pagando di mio un ACC. Oggi mi chiedo cosa avrebbe meritato quello spericolato, azzardando la manovra di sorpasso  e quali  le conseguenze di un urto frontale con un altro autoveicolo proveniente in senso inverso. Frasi fatte come quelle che ci vorrebbe rigore e certezza della pena, sono ormai parte di diagnosi senza rimedi. Personalmente sostengo che tra famiglia e scuola ci deve essere più cooperazione per una formazione e maturazione graduale in materia. Necessariamente, sia per i nativi ma anche per  coloro  che, provenienti da altri Paesi, saranno o son già i cittadini del domani. Ricordando ai più refrattari in tal senso che la Nostra è già e lo sarà di più, in futuro, una Nazione multietnica, multirazziale e multireligiosa. Un investimento in tal  senso  è auspicabile tanto quanto  quello  sulla  violenza contro le donne, l’omofobia, il razzismo ed il qualunquismo. Che il neo Presidente della Repubblica si impegni anche in questa opera di promozione sollecitandone le soluzioni agli Organi competenti prima che altri Paesi ci sorpassino anche in questo.

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