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Come diventeremmo se l’euro non bastasse
Cronologicamente, l’Italia ha solamente il torto di essersi data una legislazione in tema di emigrazione che prescinde dall’integrazione. Esercita un’azione repressiva sul fenomeno, estendendosi ad amministrazioni, Corpi e Forze Armate dello Stato per la regolamentazione. Come se queste avessero la giurisdizione su di un territorio pari a quello dell’Europa, senza averne le consistenze in personale e mezzi. Un errore commesso da tutti i legislatori, dalla legge Martelli a quella Turco-Napolitano e dalla Bossi-Fini. Le conseguenze appaiono sotto gli occhi di tutti. Ancor più ora con l’isolamento, perchè queste leggi sono state redatte e promulgate senza il placet del Consiglio Europeo. Come negar la buona fede di Nazioni nelle quali l’integrazione è in vigore prima dell’Italia, quali Francia e Gran Bretagna. La sordità di Quelle le quali osservano in lontananza geograficamente il fenomeno. Salvo quando questi si presenta massicciamente alle frontiere, a causa di eventi che l’accortezz
DEDICATO A ROMOLO
MONA E’ TE CHE STO GUARDANDO fu il mio ben arrivato all’Autoreparto Julia(°), a Gemona del Friuli, a darmelo fu LUI. Sembrava guardasse dietro di me e mentre io volgevo leggermente il capo, mi apostrofò con quell’espressione che mi avrebbe accompagnato fino a quel giorno nel quale lo trasferirono a Basiliano alla vigilia della nomina a Maggiore. Strano a dirsi in una figura che emanava rudezza, aveva lo strabismo di venere che lo rendeva popolare in tutto il Friuli degli anni settanta e successivi. I giovani lo temevano più come un padre burbero piuttosto che come un comandante. Ma era famoso anche per i suoi fischi da pecoraro Vernasso, paese d’origine nel quale aveva ancora la sua mamma, una maestra di scuola in pensione, lui stesso era diplomato alla scuola magistrale. La banda di Padovani e provincia che avevamo era notoriamente conosciuta come una gruppuscolo di border line. Questi bravi ragazzi spesso al rientro in caserma prima di parcheggiare i mezzi inscenavano