UN MEZZ'AGOSTO PARTICOLARE

I sospiri erano coperti dal rumore della risacca, il debole vento le accarezzava i capelli castano scuri, il suo corpo statuario stava godendo di un orgasmo nel quale trascinò il suo compagno poco dopo. Aleandra e Dino si erano abbandonati alla passione sulla spiaggia vivendola fino alle prime ore del 16 Agosto. Il romanticismo di quella serata doveva bastare perchè vivessero di rendita fino al successivo incontro. L’atmosfera, resa ancor più suggestiva dal rapporto d’amore consumato in riva al mare. Poi lei sarebbe dovuta partire per Milano, dove risiedeva e lavorava, lui, invece   per Roma. Com’era volato il tempo, il 14 sera si erano ritrovati dopo due mesi passati a consumarsi in chat e video messaggi mimando quei gesti che poi avrebbero concretizzato quella notte. Ma i due erano amanti ed avevano una doppia vita, Dino si stava separando da sua moglie dalla quale aveva avuto un figlio, Aleandra ancora legalmente sposata lamentava incomprensioni con il marito al quale aveva dato un figlio per quella occasione,  era stato affidato  ai suoi genitori in campagna dato che  suo marito  era partito per lavoro altrove. Un ulteriore abbraccio  ed i due si baciarono appassionatamente “ Mi penserai “ chiese Aleandra -
Domanda alla quale senza esitazioni  lui rispose “ ci puoi giurare, chiamami appena arrivi ed io farò altrettan….”Parola senza finale quando sentirono una specie di miagolio che li fece sciogliere dall’abbraccio. 
-“ Gatti” esclamò Dino ma ad una donna e per giunta madre certi suoni sono più familiari che ad un uomo -
“Shshshshhh….” ed accompagnò l’invito con il dito indice della mano destra  sulle sue labbra. Quello era un vagito seguito da una serie di rumori sordi sulla sabbia come di passi. Qualcuno si stava allontanando frettolosamente, la luce dell’ingresso della concessione era distante da loro, videro una sagoma  senza distinguerne il sesso. Poi notarono che si dileguava verso la strada, sul lungomare dove il rumore  di un auto ed un fischio di pneumatici confermò che quella era una fuga. Si diressero seguendo quei lamenti e quando giunsero lì vicino l’Aleandra ebbe conferma alle sue supposizioni, era un neonato. Avvolto in un sacchetto di cellofan, nudo con appena  una specie di pannolino ancora sporco di sangue. La sorpresa si tramutò in commozione per la scena e persero qualche istante nel chinarsi a guardare mentre Dino cercava di far luce con la fiamma del suo accendino nonostante si spegnesse ad ogni  colpo di vento di vento. Erano curiosi ma al tempo stesso cercarono di riprendersi “ Che facciamo” chiese lei a lui “ Tu vai pure me la vedo io, io mi sto separando tu sei ancora moglie, sai come vanno queste cose tuo marito potrebbe venirlo a sapere” - “Ma sei sicuro “ gli chiese lei, “ Vai , vai pure “ le disse avvicinandosi per baciare ancora quelle labbra che poco tempo prima erano state pane  per il suo desiderio. La vide allontanarsi a malincuore  e ripensò  al loro rapporto il quale avrebbe potuto essere scoperto con l’incertezza di rivedersi ancora. Intanto guardò il fagottino e sospirando chiamò il 112. Faticò un pò a convincere il carabiniere di servizio al quale dovette raccontare  per filo e per segno il motivo di quella chiamata in piena notte. Di lì a poco arrivarono un’auto dalla quale smontò un maresciallo ed un appuntato seguito da un’automedica  ed  autoambulanza con sirene appena accennate per rispetto di chi stava già avviandosi a letto o dormisse negli alberghi della riviera. 
“Sono qui” urlò Dino accompagnando la voce con la fiammella ad intermittenza del suo accendino mentre  il medico con gli infermieri  realizzavano al buoi la sua posizione con  i due militari. 
“Allora mi racconti “ lo invitò  il Maresciallo sensibilmente seccato di quella levataccia.
“ Sa domani parto ero pensieroso e mi sono concesso una passeggiata solitaria sulla spiaggia quando ho sentito un lamento al quale dapprima ho dato poca importanza ma poi mi ha incuriosito poichè  quasi in contemporanea  ho sentito il fischio di pneumatici ed il rumore distinto di un auto che partiva a tutta velocità sul lungomare.”
“ Ha preso per caso il numero di targa” domandò il maresciallo
Dino lo guardò tra il divertito e sorpreso“E come potevo o guardavo il neonato  oppure correvo dietro  l’auto” Il Maresciallo annuì ma poi furono attratti dal rumore di un’altra auto e di lì a poco sbucarono
due individui in bermuda con macchina fotografica e taccuini, Due giornalisti, ammanicati  con le forze dell’ordine, a giudicare dalla rapidità con la quale erano arrivati quasi in contemporanea, probabilmente di una radio o quotidiano locali.  “Non è ora lo abbiamo appena trovato, più tardi ci aggiorniamo” disse loro il comandante della stazione e  Dino  che aveva già inventato una balla per coprire Aleandra tirò un sospiro di sollievo. Si concentrò sul maresciallo che continuava ancora “ A che ora l’ha trovato, piangeva o dormiva, ma lei era proprio da solo”. Dal fagottino, intanto, più nessun lamento o vagito, i due infermieri, un uomo ed una donna se ne presero cura, fu allora che ne conobbero il sesso, una femminuccia.  “ Fate in fretta portatelo in ospedale è già in ipotermia “ disse ad alta voce e con amano indicava l’autoambulanza in sosta fuori dell’ingresso del lido. Fuori dell’ingresso della concessione di spiaggia , la telecamera a circuito chiuso era ancora in funzione, se ne accorse l’appuntato dei carabinieri , seguendo il  suo capo e lo informò di quanto aveva notato. Intanto il maresciallo aveva invitato Dino in auto facendolo sedere di fronte a lui  dietro una specie  di scrittoio sui sedili posteriori. Qui continuò ripetitivamente con le stesse domande ad interrogare il testimone. Si erano appena sistemati quando il cellulare  di Dino squillò
- “ Accidenti “ pensò “ si era dimenticato di metterlo in silenzioso o spegnerlo” era il numero di Aleandra. -"Avanti, risponda" lo invitò il Maresciallo indovinando la sua esitazione .
-“ Pronto, aha ciao , dall’altra parte si udì e lo sentì anche il maresciallo con classica voce di donna la domanda ” tutto bene” “ Si “rispose Dino, poi aggiunse” sai la mia solita insonnia prima delle partenze e così sono ancora sveglio a passeggio sul lungomare” dall’altro capo, silenzio poi si sentì” va bene ci sentiamo più tardi” e la comunicazione fu interrotta. 
Il Maresciallo nel frattempo lo guardava sempre più intensamente  fu cos’ che esordì ” Ma stà proteggendo qualcuno, che diavolo ci faceva qui a quest’ora di notte anziché essere in albergo” - 
“ Maresciallo come  dicevo a mia sorella” mentì” prima di ogni partenza soffro d’insonnia per il nervosismo e siccome  le tisane le detesto, mi piace camminare per stancarmi e farmi venire sonno” Il Comandante, UPG, lo guardava adesso di traverso e, vista l’ora delle tre del mattino,  stava per perdere la pazienza ma si tenne.  Invece si rivolse  all’appuntato chiedendogli :
-" sono arrivati a fare rilievi"  
"Si, che sia il caso di interessare il RIS" in quel mentre  un collega  di quelli addetti ai rilievi, con un fischio,  richiamò la sua attenzione, “ siamo riusciti a vedere una parte del filmato, la telecamera ha ripreso una donna che si  allontanava a piedi sul lungomare”.
"A che ora si riesce a vedere " domandò 
" All'incirca di quando abbiamo ricevuto la telefonata di allarme"A Dino, nonostante l’afosità della nottata, gelò il sangue nelle vene quando il maresciallo guardandolo di traverso gli intimò senza mezzi termini : 
 “ Signor Fumagalli” così era il suo cognome, “ devo condurla in caserma per ulteriori accertamenti” e diede l’ordine  al carabiniere alla guida di andare . 
Si avviarono lungo il litorale per poi prender in direzione della caserma posta quasi alla periferia del paese. Appena  entrarono in ufficio  neanche il tempo di farlo sedere di fronte  ricominciò la cantilena ” lei Fumagalli stà proteggendo qualcuno” e di seguito” Che ci faceva  a quell’ora , da solo,  sulla spiaggia”
Ed ancora “Guardi  che arriviamo a quella donna vedrà ed allora come la metteremo  “  Nel frattempo si udì un rumore del pc come da messaggio di posta elettronica , l’appuntato che era seduto a fianco del maresciallo, stampò quanto aveva ricevuto e glielo porse al suo capo. Nel medesimo istante gli squillò il telefono, alzando la cornetta rispose “ Agli  ordini dottore” -
-ed ancora:
” sissignore dottore” 
-pausa-
-“ la aggiorno  appena ho delle informazioni  più  fresche” e mise giù dopo che dall’altro capo fu tolta la comunicazione. 
Poi guardando Dino e mostrandogli il pezzo di carta gli disse “ il Magistrato ha  disposto il fermo    per supposto reato di complicità nell’infrazione all’art 591 del Codice penale,  il quale prevede una pena  dai tre ai sei anni di carcere  per abbandono di minore o incapace e quasi la raddoppia nel caso, a causa dell’abbandono,  subentri la morte”. In un attimo Dino vide il film della sua vita e la dolcezza dell’incontro  appena terminato, ripensò alla premura di proteggere la sua amante, fu allora che gli venne in mente di prendere tempo finché lei fosse partita  ed esclamò a mezza voce :
-“ voglio un avvocato”. 
-“ Ne conosce qualcuno qui” gli chiese il sottufficiale  -“No però posso fare una telefonata” chiese il presunto colpevole. 
“Guardi che lei se non ha un suo personale il tribunale provvederà a fornirgliene uno d’ufficio non prima delle dodici di quest’oggi credo “ lo avvertì il militare 
-“ Vorrei parlare con un’amica che me lo cerchi “
“ Telefoni davanti a me e faccia attenzione a quello che dice perchè d’ora innanzi potrebbe essere usato a suo carico” -
Dino chiamò Aleandra pregandola di cercargli una avvocato tra i suoi amici e che per il resto si sarebbe arrangiato lui.
“Ma allora avevo ragione Fumagalli lei mi ha preso in giro, sta aiutando qualcuno ed adesso un avviso di garanzia per complicità presunta purtroppo se lo prenderà, non solo" -proseguì- "lei è fuori della sua residenza ed il Magistrato probabilmente la farà tradurre in carcere impossibilitato di intimarle gli arresti domiciliari”. Detto fatto chiamò il magistrato raccontandogli tutto, immediatamente il pc suonò ancora per l’arrivo di una email al quale seguì la stampa di un pezzo di carta. Lo sventolò in faccia a Dino dicendogli :
-“ questo è un avviso di garanzia”- “ Chi era quella donna e cosa ci faceva lei a quell’ora proprio lì”.
-” Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”  di rimando il Maresciallo gli disse:
“la dovrò fare accompagnare in carcere in attesa che il Magistrato e non più personalmente  la interroghi , lì vedrà il suo avvocato se mai la sua amica gliene procuri uno che sia disponibile per mezzo Agosto con i tribunali in ferie“. 
-Detto questo chiamò il suo comando di compagnia e chiese due militari ed un mezzo idoneo ad accompagnare l’imputato in carcere.  
-A Dino il mondo sembrò crollargli addosso, ormai erano le cinque del mattino accennò:
-" ma ho la mia valigia in albergo con la mia roba alle 10,00 avrei dovuto lasciarlo per prendere il treno di mezzogiorno."
-"Vedremo di fare qualcosa" rispose il maresciallo e tornò alle sue carte ed intanto 
-" ehi portami un caffè dalla macchinetta"- né si curò di chiedere a  Dino  se avesse voluto berne anche lui, trangugiò il suo tutto d'un fiato e tornò al suo pc.
-Di lì a poco arrivarono i colleghi: 
-"Agli ordini maresciallo"
-" Eccovi il signor Fumagalli, accompagnatelo in hotel,  deve prendere  i suoi effetti personali, pagare  l'albergo e poi subito al carcere in attesa che il Dottore di turno lo interroghi, arrivederci
-" Andiamo", disse uno di loro rivolgendosi a Dino, che ad occhi serrati cercava di trattenere una lacrima ma questa gli scese dispettosa da un'occhio. Si alzò e seguì il militare mentre l'altro provvedeva a mettergli le manette, gesto che lo gettò ancor di più nello sconforto trattenendo a stento un singhiozzo  che coprì urlando " sono innocente !" Fu allora che il Maresciallo si alzò dalla scrivania aiutando i due carabinieri affinché eseguissero l'ordine,   serrandogli il busto da dietro  Dino, in maniera da agevolare l'ammanettamento. 
Uscirono tutti e tre i due si misero uno per lato salendo a bordo di una specie di furgonato che si diresse rapidamente verso il lungomare all'albergo dov'era sceso due giorni prima l'amante di Alessandra. E proprio a lei stava pensando, in quel momento :
-"Chissà se avesse capito quello che gli stava accadendo" elucubrava nella sua mente.  In questi pensieri giunsero all'hotel, fu fatto scendere dal mezzo e preso per le braccia accompagnato alla hall . C'era ancora il portiere di notte il quale quando prima di aprire la porta a vetri strabuzzò gli occhi come se avesse visto un marziano. 
-" prenda la chiave della camera del signore, venga con noi e ci aiuti a fare la sua valigia"- gli disse uno degli angeli custodi senza mezzi termini, mente Dino gli ricordava: 
-"stanza  212, grazie"-
-Presero insieme l'ascensore dopo che il portiere ebbe chiuso l'ingresso dell'hotel e ne ridiscesero mezz'ora dopo con la valigia ed una borsetta da pc.
-Uscirono senza salutare così com'erano entrati per risalire su quel furgone speciale.
-"Al carcere" ordinò all'autista suo collega che avviò la vettura ingranando la marcia, fu proprio allora che squillò un telefono, qualche istante dopo sarebbe stato coperto dal rumore del motore.-
-"Comandi"- rispose facendo cenno al suo commilitone muovendo le labbra "  il comandante , il provinciale..."disse mentre a  Dino sembrò di udire  " tornate indietro". Il contr'ordine fu dato e di li a poco si intravide la caserma da dove poco prima erano partiti, intanto l'alba prometteva un'altra giornata torrida a giudicare dall'afosità nell'aria. Dino fu fatto accomodare nell'anticamera dell'ufficio del comandante con a fianco il più giovane  dei militari mentre l'altro  entrava nell'ufficio dove si intravedeva ci fossero altri due più il comandante della stazione. In quello entrò accompagnato  da un alto ufficiale dei carabinieri un distinto signore, il militare accanto a Dino si alzò per salutare, mentre quello in borghese  gli dette un'occhiata prima di entrare con il suo accompagnatore nell'ufficio. Qui si scatenò un putiferio a giudicare dalle concitata conversazione tra tre uno dei quali " Ma allora perchè la registrazione è stata liquidata senza verifiche"- un altro diceva " ma ha cercato di coprire qualcuno, me ne sono accorto dopo che gli ho consentito di telefonare" ed ancora " ma mettergli le manette come un delinquente, non proprio una bella idea" e l'altro " e se fosse scappato, lui l'unico indiziato e informato sui fatti, voi come mi avreste giudicato". 
-In quello si udì lo squillo del telefono, dall'altra stanza , un carbiniere ad alta voce :
-"Marescià c'è l'ospedale in linea," erano ormai le 9 del mattino .
-"Morta!!" fu la parola che sentì pronunciare riconoscendo la voce dell'uomo che lo aveva interrogato tutta la notte. 
-Dino stava realizzando  che le cose per lui più che male si mettevano peggio tanto più che allo stress stava per calargli la stanchezza. Precipitò in uno stato di nervosismo misto a depressione  e rivolgendosi al carabiniere chiese di usare la toilette, il suo stomaco vuoto e l'arsura gli stavano giocando un brutto scherzo. Il carabiniere senza mollarlo un attimo lo accompagnò ai gabinetti in fondo al corridoio, liberandolo dalle manette e richiudendo la porta dall'esterno visto che dall'altra parte c'erano delle grate robuste che proibivano le fughe da una finestrina. Si sentirono di rumori di conati di vomito e lamenti, il militare aprì la porta  e intravide l'uomo in ginocchio con la testa piegata sulla tazza. Lo aiutò a sollevarsi "Aiuto, portatemi un bicchiere , per favore" urlò. L'appuntato lo udì e lestamente arrivò con una serie di bicchieri usa e getta porgendoli a Dino che, rialzatosi, ne prese uno e lo riempì d'acqua dopo averla fatta scorrere dal rubinetto del lavandino. Trangugiò tutto d'un fiato e singhiozzò un - " Grazie"- Trascorsero alcuni minuti durante i quali tutti i carabinieri della stazione, appena tre con l'appuntato, furono intorno a lui. Quando sembrò loro si fosse calmato lo riportarono sul divano dell'anticamera del comandante la stazione. Dove si stava svolgendo un vero e proprio incontro al vertice, malgrado la porta fosse socchiusa dalle voci che si udivano sembrava che il personaggio sotto accusa fosse il maresciallo.  Se ne sarebbe dovuto rallegrare Dino invece nello stato emotivo nel quale si trovava lo preoccupò ancor di più. Sentì suonare il campanello del portone d'ingresso della caserma. Di lì a poco entrarono due donne elegantemente vestite,  una di loro, era, Aleandra. Dino si chiese mentalmente 
-"perchè non fosse partita com'erano d'accordo insomma una sofferenza per nulla pensò ma guarda tu" si disse" tu rischi la galera e lei fa quello che vuole" poi guardando l'altra donna ne raccolse il suo sguardo che gli sembrò rassicurarlo ed in fatti le gli si avvicinò senza porgergli la mano per evidenti ragioni :
-"Permetta signor Fumagalli, sono l'avvocato Teresa Tarulli vecchia amica  di università di Aleandra, la quale mi ha beccato giusto in tempo prima che partissi per una vacanza in Italia fortunatamente, per adesso le dico solo di stare tranquillo " 
-"Ma... poco fa mi è parso di sentire  che la neonata è morta " mormorò con un filo di voce Dino.
-" Questa è una solo una brutta notizia per lei niente altro, vedrà mi lasci fare il mio mestiere lei parli quando le faccio io un cenno, d'accordo, adesso si metta tranquillo ed aspetti che il GIP ci chiami nell'ufficio di là ". Nel frattempo sulla porta dell'ufficio si erano affacciati due Ufficiali dei Carabinieri, uno poi era il comandante provinciale e l'altro quello disciplinarmente responsabile del maresciallo, il  capitano comandante di compagnia. 
-" Buongiorno Avvocato, signora... " Salutarono i due ufficiali quasi all'unisono, voltandosi a guardare per un attimo con un faccia a faccia e rigirandosi di colpo verso le due donne. In tempi normali  da ridere ,come un  vecchio film di De Sica, per Dino nessuna comicità ma solo trepida attesa.  
-"Prego accomodatevi" rivolgendosi alle due donne  per le quali con un passo laterale, lasciarono spazio al loro passaggio. 
-Altro congresso, voci concitate, questa volta perlopiù quella del suo difensore e del Magistrato .
-"Bene, facciamo entrare Fumagalli " si udì distintamente da parte del GIP. La porta si aprì ed apparve il Maresciallo, la notte insonne aveva lasciato il segno.
-"Prego s'accomodi " disse rivolto a Dino  e così dicendo  fece cenno al carabiniere accompagnatore  di mollare la presa e di  toglierli le manette . Entrando notò per primo il GIP che sedeva al  centro tra i due Ufficiali, alla loro destra il Maresciallo e l'appuntato con le mani pronte sulla tastiera del computer come in attesa gli dettassero una lettera, alla sinistra l'avvocato, un passo indietro, seduta poco in là  l'Aleandra. Una folla in considerazione dell'esiguo spazio a disposizione della stanzetta , per giunta con il condizionatore che andava alternativamente senza mitigare il caldo torrido incombente già a alle nove del mattino.
-"La signora Aleandra Toffelli tramite il suo avvocato, hanno chiarito la sua posizione  con una testimonianza "
-Dino era confuso, il suo sguardo vagò tra l'avvocatessa e la sua donna
-"L'avvocato Teresa Tarulli assumendo il suo patrocinio"- proseguì seriosamente il GIP-" le ha di fatto risparmiato il soggiorno nelle patrie galere"
-"Ed anche il fermo Dottore" lo interruppe l'avvocatessa con un sorriso largo da qui a lì.
-"Certamente" continuò il GIP di turno " dal momento che abbiamo la certezza che oltre la Signora Toffelli, in precedenza un'altra donna sia passata dinanzi alla telecamera all'ingresso della concessione intitolata lo scorpione marino, presumibilmente, per evitare di scavalcare con la neonata la recinzione della medesima.In conclusione, le chiediamo scusa per ogni fastidio che le abbiamo procurato e la ringraziamo per aver subito dato l'allarme. Purtroppo la neonata con un congenito soffio cardiaco è deceduta all'alba di oggi, ciò non esime dalle responsabilità chi l'ha abbandonata perchè se il parto fosse stato assistito probabilmente sarebbe ancora viva." Dino stava realizzando tutto lentamente pensando:
-"Se l'incubo fosse realmente finito" mentre  guardava con riconoscenza  Aleandra e la bella avvocatessa notando che oltre ad una scollatura generosa, aveva anche un bel paio di gambe.
-"Bene allora Signor Dino Fumagalli appena il Maresciallo le farà firmare una sua dichiarazione testimoniale sarà nuovamente libero cittadino. Per me può lasciare la città quando vuole. Buona giornata e felice rientro alla sua dimora."
- "Grazie" mormorò quasi senza accorgersene.
-Quando il Magistrato s'alzò tutti si levarono in piedi e rimasero così fino a quando ebbe superato la porta  dello stretto ed accaldato ufficio. Dove era scattato sugli attenti, l'appuntato, il quale aprendogli riponendo il braccio sinistro dalla maniglia al fianco .
-Strette di mano e cellulari che strillavano, quelli dei due ufficiali che uscirono dietro il GIP. Non appena uscito dove l'attendeva un'auto di servizio, risposero uno dava gli ordini per ricercare la donna , l'altro comunicava al Comandante della Legione le novità sul fatto. Alla porta si presentarono i due giornalisti che erano stati sconfitti con perdite la notte precedente e questa volta furono ricevuti dal Comandante Provinciale in quanto erano stati informati della morte della trovatella.  Dino intanto, aiutato dalla Tarulli leggeva la dichiarazione testimoniale che gli era stata preparata per lui dal sollecito appuntato e la sottoscrisse firmandola. Poi insieme sia alzarono, mentre l'avvocato porgeva la mano al Maresciallo ed all'appuntato che la guardava un pò meno professionalmente del caso, Dino  che dava l'impressione del cane bastonato mormorò solo un 
-"Salve" e girandosi si avviò alla porta aldilà della quale c'era Aleandra ad attenderlo. Tutti e tre uscirono dalla caserma, Teresa aveva la sua auto parcheggiata e sul sedile posteriore si intravedevano due porta abiti segno che stava veramente partendo per qualche giorno di vacanza da qualche parte. Si girò ed abbracciò la  sua collega di Università poi strinse la mano a Dino che invece volle abbracciarla " Grazie avvocato, per favore mi faccia sapere la sua parcella per la prestazione professionale" L'avvocato lo guardò e poi ammiccò 
alla sua amica senza dire una parola avviandosi rapidamente verso la sua auto con la quale, qualche istante dopo salutandoli, partì. Dino rimase con Aleandra, dal telefono di quest'ultima , chiamarono un taxi, erano quasi le undici del mattino, lui aveva il treno alle dodici e  lei un'ora dopo.
- " Accidenti " disse ad alta voce ho ancor la valigia e la mia borsa nell'auto dei carabinieri" in quel mentre girandosi per rientrare in caserma vide l'appuntato aprire la porta e fargli cenno di venirgli incontro, dietro di lui il bagaglio che credeva fosse smarrito.
- "Grazie , grazie  " questa volta lo disse pensandolo veramente. Intanto era arrivato Rimini 12 così era il nomignolo appioppato dalla sala reception dei taxi al loro e si affrettarono  a salirvi a bordo perchè il tassametro era solo efficiente e non innamorato. Sedettero insieme sul sedile posteriore e si abbandonarono ad un abbraccio  con annessi e connessi tanto da far tossire il tassista due volte mentre sbirciava la scena nello specchietto retrovisore. 
-"Hai disobbedito,  ti  amo " le disse. Lei sciogliendosi dall'abbraccio lo fissava come se volesse dire qualcosa ed aspettasse l'opportunità per parlargliene. L'hotel della sua donna si profilò poco distante, era l'ora del congedo ed allora  gli disse:
-"Sai stamane dopo la tua ultima telefonata per rintracciare  la mia amica avvocato  ho cliccato a lungo Facebook ed Internet , scaricando anche la mia posta lelettronica dove tra l'altro c'era un messaggio del mio medico e ginecologo il quale aveva ricevuto il responso dell'ospedale dove  avevo fatto diversi prelievi di sangue e test prima di partire. Sono da due giri in ritardo con il ciclo, mi hanno assicurato che sono incinta. Ed indovina di chi?" proseguì vedendo che Dino la guardava con la bocca aperta :
-"dopo l'ultimo rapporto avuto in libertà due mesi fà, ho la certezza che tu sia il padre "
-Dino gli si rivolse come fanno in questi casi tutti gli uomini
-"Ma sei sicura ?"E lei
-" E se non lo fossi ti pare che lascerei che il padre della nostra creatura vada in carcere per salvare la mia reputazione".  Erano arrivati all'hotel:
- "Avrò bisogno del tuo coraggio adesso perchè ormai il mio matrimonio è agli sgoccioli ed io questo figlio, maschio o femmina, forse sarà proprio femminuccia, lo voglio. Ti chiamo appena arrivo, ciao" e si chinò uscendo dall'auto mostrandogli quelle coppette di champagne che lo facevano impazzire, scoccandogli un bacio sulla  bocca prima che lui potesse dirle ancora qualcosa.
N.B.: OGNI RIFERIMENTO A COSE , PERSONE O ISTITUZIONI, È PPURAMENTE  CAUSALE NÉ AUTOBIOGRAFICO
Riccardo Diasparro,  Chioggia- Sottomarina , ferragosto 
2018




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